Esattamente un mese fa iniziava il calvario per quattro famiglie di Avezzano e per tutta la comunità marsicana. Valeria e Gianmarco, Gianmauro e Tonino condividevano una passione, quella per la montagna. In quella maledetta domenica di 30 giorni fa esatti decisero di incamminarsi sul Velino attraverso il sentiero che parte da Casale da Monte. L’obiettivo era raggiungere Punta Trento e Punta Trieste passando per Valle Majelama. Il tempo, però, non era dalla loro parte. Si sono fidati di quella cima che sovrasta la Marsica, dall’alto dei suoi 2487 metri. La montagna è affascinante, cattura gli occhi di chi la guarda con amore. Ma è dominio della natura e segue regole sconosciute a noi uomini. Non ha avuto pietà.
TUTTO HA AVUTO INIZIO QUELLA DOMENICA DI UN MESE FA
Sarebbero dovuti rientrare nel tardo pomeriggio e, non vedendoli tornare, i genitori di uno di loro hanno avvisato le forze dell’ordine. Da quel momento si è attivata una macchina dei soccorsi impressionante.
Mai l’Abruzzo aveva vissuto un’esperienza simile. Una prima squadra di 11 uomini partì a piedi nel tardo pomeriggio di quel 24 gennaio per seguire le tracce ancora fresche dei quattro amici. Gli elementi di riscontro si fermavano nel punto in cui era discesa una valanga che si mostrava profonda al punto tale da non consentire nemmeno ai soccorritori di proseguire.
Dal giorno dopo sono stati impiegati tutti i mezzi possibili per lavorare più velocemente a loro ritrovamento. Nel frattempo si è attivata un’altra macchina, quella della solidarietà. Quella della vicinanza di una comunità che è rimasta sconvolta da un evento mai verificatosi prima.
Mai si è pensato di sospendere le ricerche anche quando le condizioni meteorologiche non erano delle migliori. Il prefetto dell’Aquila Cinzia Torraco non ha mai avuto alcuna esitazione: le operazioni sarebbero proseguite fino al ritrovamento dei quattro escursionisti.
E così, in un giorno apparentemente qualunque, a distanza di 27 giorni dalla loro scomparsa, il Velino ha riconsegnato i corpi di Valeria, Tonino, Gian Mauro e Gianmarco alle loro famiglie e a una città che non ha mai smesso di pregare e di sperare. Che non si è mai sottratta dal manifestare vicinanza nei confronti dei familiari delle vittime.
UN MESE DI RICERCHE
Una macchina operativa mai vista prima nella sua imponenza e nel coordinamento interforze. Hanno incessantemente lavorato alle ricerche i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Avezzano, il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, la Polizia di Moena, il Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale, i Carabinieri, i militari del IX Reggimento Alpini, i volontari della Protezione Civile, il nucleo degli elicotteristi Carabinieri di Rieti, gli uomini del CAI e gli esperti di Meteomont. Sono intervenute le unità cinofile di Aosta, Merano, Peso Rolle, di Bologna, dell’Aquila. E ancora sono stati prestati alla causa un elicottero dell’aeronautica militare per visione notturna decollato da Pratica di Mare, uno speciale Sonar Recco impiegato nelle missioni di recupero in Valle D’Aosta e in Trentino, una tecnologia in 3d con rilevamento georadar offerto dall’azienda milanese Codevintec e speciali sonar manuali. E poi un gatto delle nevi messo a disposizione dalla famiglia Bartolotti, mai arrivato sul Velino.
UNA COMUNITA’ INTERA APPESA ALLA SPERANZA E VICINA ALLE FAMIGLIE
E’ stato un mese lungo, interminabile. L’attesa ha unito una comunità intera. Non c’è evento nella storia di questa città che rimandi ad una tale angoscia dopo la furia del terremoto. Tutti hanno pregato, chi in un modo, chi nell’altro. Tutti hanno guardato le cime del Velino chiedendo un miracolo. Appena due giorni fa l’ultimo saluto alle quattro vittime è stato il momento in cui tutti si sono guardati negli occhi e hanno preso atto. Non c’è anima che non abbia desiderato accollarsi un po’ del dolore dei genitori, dei fratelli. Liberarli dal peso della perdita. L’abbraccio di Avezzano e dei vicini, che si sono mostrati spalle fedeli, ha voluto solo dare la forza a chi si ritroverà a vivere col peso dell’assenza. Migliaia di persone si sono riversate nel centro cittadino per abbracciare un’ultima volta quelle vite diventate figli, fratelli e sorelle di ognuno di noi. Compresi noi operatori della stampa, che a stento siamo riusciti a trattenere la commozione nel corso di quelle giornate interminabili, e forse a volte non ci siamo riusciti. Nessuno è mai pronto a seguire da vicino una storia come questa.

IL RINGRAZIAMENTO DELLE FAMIGLIE DELLE VITTIME
E’ apparso ieri lungo le strade della città il manifesto voluto dalle famiglie a dire grazie alla comunità. Se c’è un messaggio dietro quel “grazie” è il riconoscimento dell’amore che l’intera Marsica ha riversato ai piedi del Velino nelle settimane di angoscia patita dagli affetti di questi quattro ragazzi. Aver dato calore al freddo di questa tragedia è un merito che spetta ad una città che non ha mai smesso di offrire sostegno. Lo si fa in modi e maniere diversi, a volte con una parola, piuttosto che con il silenzio dei pensieri. Ma nessuno può dirsi estraneo alla tragedia che ha colpito Avezzano e l’intero Abruzzo.