Avezzano. Trent’anni. Tanto è passato da quel drammatico 23 maggio del 1992 quando all’altezza di Capaci, alle 18 circa, il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, furono vittime di un attentato mafioso nel quale persero la vita. Una bomba composta da mille chili di tritolo, nascosti all’interno di fustini in un cunicolo di drenaggio sotto l’autostrada, esplose in tutta la sua disumana violenza facendo saltare in aria le auto e uccidendo tutti gli agenti di scorta. Falcone morì circa un’ora dopo la deflagrazione, mentre la moglie morì la sera, intorno alle ventidue. I tentativi di rianimarli furono per entrambi vani. Due mesi dopo, analoga sorte toccò al giudice Paolo Borsellino. La mafia di Cosa Nostra si abbatté sul pool antimafia che più di tutti l’aveva messa in ginocchio.
Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro sono eroi. Come tutti coloro che hanno perso la vita per contrastare la mafia.
Oggi, in occasione della ricorrenza, al Foro Italico di Palermo si terrà una speciale celebrazione. Dalle 10 alle 11.30 interverranno il capo dello Stato Sergio Mattarella, la presidente della Fondazione Falcone Maria Falcone, ma anche esponenti delle istituzioni come i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi, dell’Interno Luciana Lamorgese, della Giustizia Marta Cartabia, dell’Università Maria Cristina Messa, degli Esteri Luigi Di Maio e il capo della Polizia Lamberto Giannini, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il procuratore di Roma Francesco Lo Voi.
Nel pomeriggio, alle 17.58, l’ora della strage di Capaci, all’albero Falcone, in via Notarbartolo a Palermo, di fronte all’edificio dove abitava il magistrato assassinato a Capaci, saranno commemorate le vittime della strage, alla presenza del presidente della Camera Roberto Fico. Dopo un’assenza di due anni ci saranno anche studenti. Una delegazione di giovani prenderà parte alle commemorazioni sarà composta da circa mille studentesse e studenti, provenienti dalla Sicilia ma anche dal resto d’Italia.
Ricordarli è d’obbligo, tributarli e onorarli è il minimo, seguirne l’esempio è, però, un dovere.