Dare ad altri la responsabilità dei nostri atteggiamenti e delle nostre azioni è, di solito, ciò che ci viene meglio! Sembra che siano sempre loro la causa delle nostre problematiche. È significativa una frase di Alda Merini “Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri”.
È d’obbligo una prima domanda: come mai diamo agli altri la possibilità di esercitare questo grande potere su di noi? Perché pensiamo che gli altri possano “deformare” la nostra immagine? Forse bisognerebbe capire quale immagine abbiamo di noi! Quando non abbiamo la consapevolezza di ciò che valiamo cresce in noi la frustrazione e, non sapendo gestire il problema, puntiamo il dito. Qui torna il concetto complicato e delicato, della libertà dal giudizio! Trovare la chiave non è difficile. Leggiamo nella lettera ai Galati 5,1: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù”.
A volte siamo noi stessi a caricarci di pesi inutili.
Possiamo dire di essere liberi quando, nonostante i condizionamenti, restiamo noi stessi; dobbiamo arrivare a considerare coloro che si relazionano con noi come delle opportunità di crescita e non segnali di pericolo! Forse non ci pensiamo spesso, ma quello che siamo oggi, il più delle volte lo dobbiamo a chi non ha tolto gli ostacoli dalla nostra strada, bensì ci ha insegnato a superarli. Proviamo a guarire il nostro sguardo: guardiamo con occhi nuovi, prima noi e poi chi ci sta vicino. “Solo ciò che si ama può essere salvato” ( Papa Francesco). Vale prima di tutto per noi. Poi per gli altri.