Il prossimo 30 giugno avrà fine il blocco dei licenziamenti. Lo ha confermato il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, rispondendo positivamente all’appello di Bankitalia e Corte dei Conti, contrarie ad un’eventuale proroga del vincolo, considerato causa di impedimento alla ripartenza del Paese.
Secondo le stime di Upb, sono “a rischio” non più di 130mila posti di lavoro, poco più di un decimo del rapporto numerico emerso dalle indagini degli scorsi mesi. Come sottolineato dal Sole 24 Ore, l’usb ha evidenziato come “il recupero di regimi ordinari di attività economica e la possibilità per le imprese di industria e costruzione di accedere alla cig con le causali tradizionali, con contatori azzerati, concorrerebbe a ridimensionare la platea dei dipendenti che potrebbero essere licenziati”.

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Entreranno necessariamente in gioco gli ammortizzatori sociali, da sempre priorità delle associazioni sindacali. La Cig da luglio ripartirà da zero, azzerando il conteggio delle 24 settimane a disposizione.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando ha più volte annunciato un tavolo di confronto con le regioni per dare corpo allo strumento dell’assegno di ricollocazione, senza dubbio il più funzionale nell’ambito delle politiche attive, per le quali il governo ha da poco stanziato ulteriori 500 milioni di euro. Sarà di fondamentale importanza assumere posizione di accoglimento dei singoli approcci regionali alle politiche di formazione professionale. Cosa cambierà per il mondo del lavoro? Di certo una spinta all’aggiornamento. Un innalzamento di valore in termini di competenze, a beneficio delle specializzazioni e della qualità del lavoro. Si facilita il reinserimento, la ricollocazione.
Nella stessa ottica i piatti territoriali per la formazione. Sono pensati per tutti coloro che sono interessati o che lavorano sui temi dello sviluppo locale, come strumento efficace di attivazione di politiche attive per lo sviluppo. Si fondano su una riqualificazione ed una valorizzazione delle risorse umane presenti. Combinano l’incontro tra la domanda di lavoro determinata dai progetti di sviluppo locale e l’offerta di lavoro presente nel territorio. Saranno particolarmente rilevanti in uno scenario di accoglimento del 4.0 e della transizione digitale.