Trasferita temporaneamente a Roma la statua in terracotta scoperta nel 2003 nel santuario di Angizia a Luco dei Marsi, durante gli scavi condotti allora dall’archeologa della Soprintendenza archeologica Adele Campanelli. Il manufatto rappresenterà la Marsica nella mostra di grande rilievo culturale e simbolico “Tota Italia. Dall’Italia preromana all’Italia romanizzata”, che aprirà al pubblico il prossimo 14 maggio alle Scuderie del Quirinale. Il titolo riprende la famosa formula del giuramento di Augusto, l’uomo che per la prima volta unificò l’Italia in un territorio omogeneo.
La statua marsicana è conservata nel deposito della Soprintendenza di Celano Paludi e l’ultima sua esposizione risale al 2017 quando fu visitabile in occasione di una mostra organizzata ad Avezzano al Palazzo Torlonia. Per l’occasione romana, invece, fino al 25 luglio la statua potrà essere apprezzata insieme a numerosi reperti provenienti da tutta Italia. Per l’Abruzzo saranno presenti anche il letto di Fossa e l’Ercole Curino di Sulmona.

“Si tratta di un prestito che noi facciamo per una mostra alle Scuderie del Quirinale a Roma – ha spiegato ad AZ Informa Emanuela Ceccaroni, funzionaria archeologa della Soprintendenza – In questo caso la statua di Luco dei Marsi sarà affiancata da altre due statue di terracotta molto simili tra loro, una da Capua e l’altra da Ariccia, tanto che i responsabili della mostra stessa hanno parlato di ‘trittico’ di divinità femminili. Non è la prima volta che ci viene richiesta, anzi è stata esposta in passato anche in Germania o nei Musei Capitolini. Si tratta di un esemplare di grande valore, molto ben realizzato, un pezzo unico ed eccezionale. Il fatto che sia molto richiesta attesta il pregio e l’importanza del santuario di Luco dei Marsi”.
Ritrovata nel 2003, la statua in terracotta risale al periodo tra il III e il II secolo a.C. e si trovava insieme ad altre due più piccole in marmo greco, una che rappresenta Venere e una Cerere, probabilmente originali della bottega dell’isola di Rodi e risalenti alla metà del II secolo a.C. “Non sappiamo se sia Angizia o meno – conclude la funzionaria – E’ stata ritrovata nel santuario di Angizia, ma, in assenza di attributi, forse tenuti nelle mani mancanti, resta l’interrogativo. Il valore è comunque notevole“.