Fondi al comparto sciistico? Sì, ma insufficienti. Lo afferma il presidente di Monte Magnola Impianti, Giancarlo Bartolotti. A tre giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto Sostegni, le misure messe in campo per dare sostegno al settore più colpito dall’emergenza sanitaria stonano con le aspettative misurate sulle perdite.
Quanto denunciato dall’impianto marsicano si rifà alla mancata certezza che l’esborso dello Stato possa essere rifinanziato. Così come si struttura adesso, l’intervento economico non può esaudire le attese, né evidentemente le criticità emerse negli ultimi 12 mesi di chiusura.
Tra i beneficiari delle risorse messe in campo dal nuovo Decreto vi sono anche i maestri di sci che non hanno potuto esercitare la professione a causa delle restrizioni. Le risorse del Fondo saranno divise tra le Regioni per poi arrivare ai comuni montani appartenenti ai comprensori sciistici sulla base delle presenze registrate nel 2019. Secondo quanto stabilito dall’articolo 2 del Decreto Sostegni, il Fondo prevede una dotazione di 700 milioni di euro, destinato alle Regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano. i parametri di suddivisione degli importi si basano su fatturato, ricavi e compensi del triennio 2017-2019.

“La miseria della miseria. – ha esordito così il presidente di Monte Magnola Impianti, Giancarlo Bartolotti – Sia chiaro che questo intervento è insufficiente. Mi auguro verrà rifinanziato e che non resti una tantum. Mi chiedo se esista una consapevolezza dell’indotto del comparto turistico della neve. Quest’anno ci portiamo dietro un grande rimpianto. Negli ultimi dieci inverni non ho mai assistito ad una nevicata imponente come questa. Sarebbe stata un’annata d’oro. E’ venuto a mancare il legame tra l’uomo e la montagna d’alta quota. Perché Austria, Slovenia e Svizzera hanno trovato il modo di tenere aperti gli impianti? Esistono delle misure di precauzione. L’importante è far sì che vengano attuate. Ma la chiusura così come l’abbiamo subita noi ha messo in ginocchio una macchina operativa enorme. Basti pensare che la Monte Magnola fa lavorare dalle 250 alle 300 persone.”
Ieri mattina la Regione Abruzzo ha diffuso l’informativa circa lo stanziamento pari a 1 milione e 250mila euro su fondi del PAR FSC Abruzzo 2014-2020, in base alla L.R. n.39/2020. Bando atteso da mesi, la cui portata è sì una boccata d’ossigeno, ma non si avvicina alle risorse messe in campo da altre regioni italiane, in particolare dalle province autonome.

“Sono mesi che aspettiamo questi contributi e sono mesi, dodici con esattezza, che siamo fermi. Non incassando da un anno, potrete immaginare in che misura una qualche forma di stanziamento sia impellente. Alcune regioni sono arrivate a rifocillare gli impianti sciistici con il 60-70% del fatturato mancato. Considerate che una stagione di grosso afflusso, come avrebbe potuto essere quella in corso, in ragione delle ineguagliabili precipitazioni nevose, arriva a registrare un fatturato pari a 20 milioni di euro, tra stazione sciistica e strutture alberghiere. Per cui ipotizzare un fondo da 1 milione e 250mila euro, da suddividere tra gli impianti, è come far conto che ci vengano date le briciole“.
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Stando alle parole del Premier Mario Draghi nell’incontro al Senato dello scorso mercoledì, si paventerebbe un’ipotesi di sblocco delle restrizioni, in termini di riaperture, subito dopo la Pasqua. Dalle scuole alle attività, comprese quelle stagionali. Ecco allora che potrebbe delinearsi un’idea di ripartenza, seppur nel mini blocco che resta in coda alla stagione invernale.
“Difficile fare programmi fino a quando non ci sarà un’ufficialità. Parrebbe che il presidente del Consiglio voglia valutare l’ipotesi di una riapertura A quel punto avremmo circa un mese di attività, la scrematura della stagione. Meglio di niente. Potremmo arrivare ad accorciare di un settimo il gap del fatturato stagionale. Attendiamo con ottimismo. Bisogna capire che le nostre montagne e il nostro turismo rappresentano l’unica vera soluzione per le aree interne. – Ha concluso il presidente Bartolotti – Non ci sono e non ci saranno alternative. Solo questo settore può rimetterci in sesto”.