Accelera la ricostruzione post sisma 20216. Si partirà con gli studi per la ricostruzione nelle aree dell’Appennino centrale, quelle interessate dal terremoto di cinque anni fa. Per farlo sono stati stanziati 3,2 milioni di euro. “La ricostruzione in sicurezza è la priorità per l’Italia centrale e questo accordo, come quello fatto con l’Ingv per gli approfondimenti sulle faglie attive, dà piena sostanza a questo principio”, spiega Giovanni Legnini, commissario straordinario per la ricostruzione post sisma 2016.
“Dal sisma sono ormai passati oltre quattro anni: il metodo di lavoro che ci siamo dati punta ad accelerare questi studi per arrivare nel più breve tempo possibile ad accertare, sulla base delle migliori conoscenze e prassi scientifiche, quelle aree oggi indicate a rischio sulle carte, dove è invece possibile avviare la ricostruzione. Ringrazio fin d’ora l’Autorità, l’Ispra e le Università per il lavoro che si apprestano a fare, nella certezza che questi studi forniranno le risposte attese da tempo da molti cittadini colpiti dal sisma”.
L’accordo per gli studi coinvolge il commissario sisma 2016 e l’autorità di bacino dell’Appennino centrale al programma che coinvolge l’Ispra, e le università di Perugia, Urbino “Carlo Bo”, Camerino, “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara e “La Sapienza” di Roma. Erasmo De Angelis, segretario generale dell’autorità di bacino distrettuale dell’Appenino centrale è intervenuto così: “È partita finalmente la pianificazione della ricostruzione più veloce e sicura. Abbiamo deciso di investire il nostro personale tecnico e, per la prima volta, anche il meglio della tecnologia a disposizione per raggiungere insieme al Commissario e alle istituzioni l’obiettivo di una ricostruzione sicura. Le attività di monitoraggio da satellite e l’enorme mole di informazioni già raccolte e messe a disposizione con la Piattaforma tecnologica ReSTART garantiscono una conoscenza del territorio in dettaglio. Lavorare insieme ai centri universitari di eccellenza e all’Ispra ci permette di accelerare nella riduzione dei rischi idrogeologici”.