Occorrerebbe inaugurare una sorta di bollettino giornaliero, il “bollettino dei teppisti”. Vandali, delinquenti, canaglie; chiamateli come volete. Tutti in azione rigorosamente nel centro di Avezzano. Finestrini di auto in sosta e vetrine di attività commerciali frantumati con grosse pietre, ingombranti scaricati per strada come fossero discariche, siringhe usate abbandonate davanti alle scuole e nei parchi per bambini, cosa poteva mancare? L’ennesimo furto. A distanza di poco meno di un anno, è ancora la Scacchiera del Sacco di Avezzano, realizzata dall’associazione Sessantasettezerocinquantuno e donata alla città, a nutrire la cronaca cittadina.
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Alcuni degli scacchi sono stati rubati, probabilmente, nella notte di lunedì. La denuncia arriva dagli stessi cittadini che frequentano abitualmente il sito e si intrattengono giocando. I ragazzi dell’associazione, con evidente rammarico, hanno quindi dovuto prendere atto, ancora una volta, dello sfregio all’opera pubblica e all’intera comunità.
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Dopo il danneggiamento ai primi pedoni della scacchiera, lo scorso ottobre, l’associazione si era fatta carico della sostituzione dei pezzi. Oggi si ritrova a dover nuovamente provvedere al ripristino degli scacchi, ma non senza la necessità di dover coinvolgere la cittadinanza in una riflessione collettiva. Attraverso una nota pubblica, i soci hanno voluto interrogare quanti siano responsabili di tali comportamenti sconsiderati, lesivi della salute sociale di questa città. Non è stato e non sarà un episodio isolato. Basti pensare che lo scorso 21 aprile avevamo denunciato la vandalizzazione di una delle bibliocabine omaggio dell’Associazione avezzanese Sessantasettezerocinquantuno alla Commissione Pari Opportunità del Comune di Avezzano, installate a Piazza Torlonia. Fatti incresciosi come questo continuano a ripetersi gettando sempre più ombre sullo stato della sicurezza cittadina.
Il comunicato dell’associazione Sessantasettezerocinquantuno: aspettiamo la prenda in consegna il Comune
“L’anno scorso ce l’hanno vandalizzata, forse perché era brutta. Quest’anno, che i pezzi erano belli e ruffiani, ce li hanno fregati.
Vogliamo, con la dovuta leggerezza del caso, aprire una discussione con la cittadinanza per analizzare fenomeni come questi. Sarebbe troppo facile e anche un po’ patetico giocare a fare le vittime e poi, sinceramente, non è un ruolo che tanto ci piace. Intanto partiamo da un presupposto: noi non siamo né i padroni, né i custodi della scacchiera. Noi siamo i promotori di questa iniziativa, ma la scacchiera è patrimonio di tutti. In questi mesi la “piazzetta degli scacchi” (questa la denominazione che si è conquistata) è diventata un luogo di incontro per centinaia di persone. Un piccolo luogo di aggregazione, conoscenza, gioco, divertimento e confronto per ragazzi, adulti e famiglie. Le foto della scacchiera hanno fatto il giro d’Italia e anche d’Europa. I forestieri che si imbattevano in questa installazione non potevano fare a meno di fotografarla e promuoverla come lodevole iniziativa.
In un posto come il nostro, dove le iniziative di svago offerte a grandi e piccoli sono per la maggior parte a pagamento, avere un’opportunità come quella della scacchiera non è una cosa così banale.
Come associazione vogliamo promuovere iniziative di questo genere: spazi restituiti ai cittadini che possano creare aggregazione e identità.
L’altra sera qualcuno (o più di qualcuno) ha pensato bene di rubare alcuni scacchi, tra l’altro i più belli, complimenti per i gusti, privando così centinaia di persone di un qualcosa che era entrata nella loro piacevole routine.
La prima domanda è: possiamo farci mettere “sotto scacco” da qualche imbecille?
La seconda è molto siloniana: che fare?
Abbiamo diversi scenari davanti
1 – mettiamo un euro a testa e li ricompriamo
2 – troviamo un altro sponsor e ripartiamo senza paura
3 – visto che quella piazzetta è diventato un luogo di interesse, aspettiamo che la prenda in consegna il Comune e la gestisca lui, magari installando un sistema di videosorveglianza (anche se non siamo così sicuri che possa essere una soluzione) e abbellendola con qualche seduta, fioriere e cose del genere. Accettiamo volentieri i vostri consigli tenendo presente una cosa: l’opzione “lasciamo stare, buttiamo via tutto perché in questa città fa tutto schifo e la gente è cafona” non è contemplata! Non qui, non in questa pagina. Non saranno 4 imbecilli ad arrestare un processo di cambiamento necessario, fondamentale per la nostra comunità! Aspettiamo fiduciosi le vostre proposte. A presto”.
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