L’Aquila. “Tra dieci anni, quando altre città avranno ospedali nuovi e rinnovati servizi, cosa ne sarà del San Salvatore dell’Aquila che, ad oggi, costa 16 milioni di euro all’anno solo di manutenzione?”. A porre la domanda, ed a farlo pubblicamente e senza peli sulla lingua, è il Consigliere regionale del Partito Democratico, Pierpaolo Pietrucci. Le criticità in seno alla sanità abruzzese sono molteplici, e nel più dei casi decennali, ma le contestazioni politiche si rinnovano ciclicamente, a seconda dei casi e delle necessità.
Pietrucci, che in Consiglio regionale non ha mai nascosto il proprio disappunto per la gestione dei fondi sulla sanità, a sua detta ripartiti in maniera poco equa tra aree interne e zone costiere, ha spesso alzato la voce per segnalare le difficoltà del nosocomio aquilano ma anche di quello avezzanese. Proprio in riferimento al SS Nicola e Filippo di Avezzano, ai tempi in cui Luciano D’Alfonso era presidente di Regione si fece promotore di una risoluzione e di una interpellanza, affiancato e, all’occorrenza, affiancando, gli allora compagni di squadra Lorenzo Berardinetti, Maurizio Di Nicola, Silvio Paolucci. E, come tiene a sottolineare, non è una questione di campanile, ma di farsi carico di un’istanza importante a favore della collettività.
“Sono contento per le città che avranno i nuovi ospedali, ma l’ospedale dell’Aquila è, ancora una volta, penalizzato – dice Pietrucci – parliamo di una struttura vecchia con carenze ovunque, dall’assenza dei parcheggi agli ingressi frammentati e scadenti passando per container sparsi ovunque dopo il sisma del 2009. All’interno di questi vi sono anche reparti come ematologia o alcuni uffici tecnici. E questo sarebbe l’ospedale del capoluogo di regione? Qualcuno, per carriera personale, si sta vendendo la sanità aquilana“.
Ciò affermato va in controtendenza con la soddisfazione del senatore aquilano di Fratelli d’Italia, Guido Liris, ex assessore regionale al bilancio e alle interne, circa gli interventi di potenziamento del San Salvatore con l’installazione della centrale operativa del 118 con eliporto e hangar (qui l’articolo completo). “I nuovi ospedali saranno in linea con i modelli europei e i dettami che l’Unione Europea richiede per tali strutture, mentre qui, all’Aquila, ci ritroveremo con una catapecchia – prosegue il Consigliere regionale dem. L’ospedale di Avezzano, per il quale mi sono battuto a lungo, è fatiscente, e ogni cittadino che ama definirsi civile deve per esso lottare. Ho visto in quali condizioni versa, e non è accettabile. Non ci porterei neanche il mio peggior nemico, tanto è messo male. Ecco perché mi sono battuto con una risoluzione a suo favore. Ed ecco, però, perché sottolineo che non c’è competizione tra i due ospedali: la sanità e i bisogni dei cittadini non possono esserlo”.
“Per non parlare di quello di Giulianova che è da terzo mondo. E’ sulla costa, ma forse dal lato sbagliato, cioè non quello di Pescara o Chieti. L’ospedale dell’Aquila, cioè del capoluogo di regione, non può essere continuamente rattoppato e rappezzato. Quando l’estate fa molto caldo si surriscalda e per tentare di refrigerare la sala d’attesa si dispiegano teli ombreggiati da giardino sopra il tetto. E’, forse, normale tutto ciò? Non dico di rifarlo da capo, ma almeno il blocco dell’emergenza, il pronto soccorso che versa in condizioni disastrose. La struttura è vecchia ora, figuriamoci tra dieci anni”. La preoccupazione di Pietrucci è anche rivolta alla facoltà di Medicina presente all’Aquila. “Con l’ospedale in queste condizioni, quale studente verrebbe qui a studiare?”.
In chiusura, l’affondo politico nei confronti del sindaco Pierluigi Biondi: “quando ho annunciato che martedì avrei tenuto una conferenza stampa per parlare di tali criticità sanitarie, ha tentato di giocare d’anticipo con una conferenza il giorno primo, cioè lunedì. E’ stata una toppata clamorosa e ridicola. Non ha fatto una bella figura, anche perché non ha potuto sconfessare la realtà. Stanno vendendo la sanità aquilana”, conclude Pietrucci.