Ricordate il Salvini secessionista, anti-europeista, anti-contiano? Il Segretario della Lega, ricevuto stamane dal presidente incaricato Mario Draghi, è un politico convertito, o quasi.
L’incontro in chiave consultazioni è stato, a detta sua, “proficuo”. Sergio Mattarella potrà dirsi soddisfatto. L’appello all’alto profilo è stato onorato da quasi tutte le forze parlamentari. L’apertura della Lega, assieme a quella di Forza Italia e del M5S, offrono a Draghi la possibilità di un governo di tutti.
“Noi siamo a disposizione, siamo la prima forza politica del Paese, siamo una forza che dove governa lo fa con ottimi risultati e, a differenza di altri, crediamo non si possa andare avanti a colpi di no. Con Draghi un confronto stimolante. Il bene del Paese deve superare le esigenze dei partiti”. Così Matteo Salvini dopo il colloquio al Quirinale.
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A riassunto di ciò, particolarmente esaustiva la battuta di Ferruccio De Bortoli, intervenuto su Sky Tg 24: “Se in mezz’ora con Draghi, Salvini è diventato così europeista, chissà cosa accadrà quando saranno seduti allo stesso tavolo di governo”. Salvini ha dovuto tenere conto delle forze produttive del partito. E’ stata una giocata tattica di forte impronta strategica. Ha prepotentemente influenzato il perimetro in via di formazione e si è accreditato agli occhi dei popolari in vista delle prossime elezioni politiche.
Probabilmente sdoganerà lo slogan del PD, Mai con la Lega! Stavolta le cose potrebbero andare molto diversamente. Siamo passati di fatto dalla crisi di Conte, a corto di numeri, all’ampia maggioranza di Draghi, che di numeri ne ha anche troppi. L’unico partito in controtendenza resta quello di Fratelli d’Italia, fermo sul nodo del ritorno alle urne, che però potrebbe restare sulla strada dell’astensione.
L’idea comune è quella di una collaborazione interforze mai messa in campo prima, che dispone dell’importante vantaggio di non dover gestire un problema imminente di finanza pubblica. Occorrerà lavorare nell’ottica di investimenti mirati, gestione della pandemia, sostegno falle famiglie in difficoltà. E trattasi di temi prioritari che non fanno emergere grossi contrasti. La sfida maggiore riguarderà poi gli elementi cardine che segnano oggi l’arretratezza del Paese e che devono necessariamente subire un cambio di algoritmo: la formazione, i giovani e, in particolar modo, il ruolo delle donne in ambito sociale ed occupazionale.