Nella giornata di oggi il Presidente Giuseppe Conte aveva dato segnali di apertura per cercare un compromesso. Nonostante i tre quarti d’ora di ritardo, che avevano fatto sperare in una mediazione, il contenuto della conferenza stampa di Matteo Renzi, largamente previsto nelle scorse ore, non è cambiato.
Si sono dimesse le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti su impulso del leader di Italia Viva. La crisi di Governo è sempre più vicina. Le opposizioni restano alla finestra, Renzi nel frattempo assicura che non esiste un accordo con la destra e con Salvini.
Ha affondato la gestione giallorossa battendo il chiodo della democrazia e del Mes. “La crisi politica non è stata causata da Italia Viva – ha esordito Renzi – ma è aperta da mesi. Il salto di qualità è stato chiesto da altri, non da noi. Dobbiamo risolvere i problemi e pensare di risolverli con un tweet, piuttosto che con un post, è impensabile. Le crisi vanno trattate con la liturgia e, soprattutto, vanno risolte nelle sedi istituzionali. Se durante la crisi non agisci in democrazia allora non sei un paese democratico”.
Renzi ribadisce la fiducia incrollabile nel Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e condanna i rinvii roboanti sui social e le pratiche oscurantiste di Conte nella mancata condivisione operativa.
“Se le regole non vengono rispettate allora deve esserci qualcuno che ha il coraggio di dirlo. Se servono le dimissioni allora andiamo avanti con quelle. Come non abbiamo voluto dare i pieni poteri a Matteo Salvini, non vogliamo la stessa cosa oggi”.
Renzi attacca persino la timidezza con la quale sono stati condannati i fatti americani di Washington. E poi il disaccordo totale sul Mes. Definito irresponsabile il mancato utilizzo dello strumento più discusso in epoca Covid.
E poi annuncia i propositi di partito: “Voteremo a favore dello scostamento di bilancio, delle misure Covid, e saremo dalla parte del Governo per il Decreto Ristori”.
E intanto Speranza annuncia i saluti?
“Un forte ringraziamento, tra gli altri, alle istituzioni sanitarie, all’Istituto superiore
di Sanità, al Ministero della Salute e al Comitato Tecnico Scientifico Cts”.
Alla luce delle dimissioni delle ministre, è di certo ambigua la dichiarazione del Ministro della Salute Speranza nel corso dell’odierna Informativa alla Camera.