L’AQUILA. Si è tenuta ieri, nel Tribunale dell’Aquila, la requisitoria finale dei PM Stefano Gallo e Roberta D’Avolio, nell’ambito del processo che vede imputato, tra gli altri, il sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio.
Diversi i capi d’accusa contestati al sindaco e Dirigente della Provincia, tra cui peculato per utilizzo improprio delle auto blu, truffa aggravata allo Stato, favoreggiamento, falso e abuso d’ufficio.
“Documenti formati ad hoc a seconda delle esigenze – le accuse della Procura – documenti pubblici redatti dall’ufficio di cui occupa la posizione apicale che denotano, in maniera indiscutibile, un atteggiamento assolutistico verso la res publica. Uffici utilizzati per confezionare pareri legali per fatti a lui contestati dall’Autorità giudiziaria” e, ancora, utilizzo dell’auto di servizio per scopi personali e la richiesta di distacco parziale per il suo autista, Ercole Bianchini, che, coinvolto nell’indagine, ha patteggiato una pena di 2 anni.
In oltre 5 ore di requisitoria, i Magistrati ricostruiscono i capi d’accusa concludendo con la richiesta di condanna a 4 anni e mezzo di reclusione.
Tra le ipotesi di reato contestate al sindaco/dirigente, anche la presunta irregolarità tecnica di una Delibera provinciale, la Nr. 18/2011, con la quale veniva istituito un Dipartimento speciale.
Secondo gli inquirenti, Di Pangrazio avrebbe dovuto astenersi, data l’esistenza di un interesse personale, dall’esprimere parere favorevole all’istituzione del Dipartimento poiché “era perfettamente a conoscenza che il giorno successivo sarebbe stato nominato direttore dell’istituendo Dipartimento speciale, procurandosi così l’ingiusto profitto di 18 mila euro annui quale retribuzione accessoria.”
Secondo la Procura, quindi, Di Pangrazio avrebbe “attestato in modo falso la regolarità dal punto di vista tecnico della riorganizzazione”.
A tale Dipartimento sarebbero stati inoltre sotto-ordinati 5 settori che non avrebbero risposto al Direttore Generale, per cui, sempre secondo le accuse, si sarebbero configurate altre presunte violazioni a iter che “non consentono l’esistenza di dirigenti dotati di tale autonomia dal Direttore Generale”.
Coinvolti nell’inchiesta anche la Dirigente della Provincia Paola Contestabile di Celano e i tre autisti Anna Maceroni di Avezzano, Maria Pia Zazzara di Pescina e Mario Scimia dell’Aquila.
Dal prossimo 16 giugno toccherà ai Collegi difensivi.