Avezzano. “Quando le cose si fanno coi piedi e, direi, con ostinata ignoranza e cattiveria, fanno la fine che meritano: vengono stracciate con le armi della ragione e del rispetto della legge.
Così, in una nota, il consigliere regionale Pd Pierpaolo Pietrucci dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale della norma della Regione Abruzzo, sentenza che mette una pietra tombale sull’assurda “riperimetrazione” del Parco Sirente-Velino.
Per motivi ancora oscuri o forse puramente ideologici – come se si dovesse dimostrare a chissà chi una indomita e muscolare ostilità anti-ambientalista – l’assessore Imprudente ha dedicato quasi esclusivamente la sua attività in questi anni a ridurre l’area protetta del Parco regionale, incurante delle critiche, dei suggerimenti, delle proposte alternative, degli emendamenti, delle firme raccolte da migliaia di cittadini
Per questo Imprudente deve chiedere scusa e restituire la delega all’ambiente – sottolinea Pietrucci –
Lo ripeto: 1) un Parco aiuta l’economia. La qualità ambientale è un fattore premiante, richiesto da turisti, consumatori e cittadini: il brand del Parco aumenta il valore degli immobili, delle produzioni agro-alimentari, di tutto il territorio;
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2) i danni della fauna selvatica sono un problema serissimo che peggiorerà, riducendo il Parco, perché solo i cinghiali potranno essere cacciati (soprattutto i maschi) disperdendo i branchi e aumentando la proliferazione dei cuccioli. I risultati si ottengono con il monitoraggio, la caccia selettiva, l’uso dei “corral” di cattura, la semplificando le procedure e aumentando i rimborsi per i danni;
3) l’uso del legnatico è un diritto dei naturali e aiuta la manutenzione del bosco e la prevenzione da frane e incendi. Bisogna aggiornare i dati catastali sulle proprietà pubbliche e private dei boschi, fare nuovi Piani di assestamento forestale, promuovere le amministrazioni dei Beni Separati;
4) le pratiche urbanistiche sono e resteranno di competenza comunale, non c’entra niente il Parco. Dipendono dalla Soprintendenza per il rispetto del Piano Paesaggistico che resta in vigore: si deve sveltire l’esame delle pratiche;
5) i progetti di sviluppo sostenibile (allevamento, agricoltura, accoglienza turistica, prodotti tipici, ristorazione, turismo in bici o a cavallo, trekking o scialpinismo, attività culturali e visite nei Borghi) si attivano solo stando nella Rete europea Natura 2000. La Zona di Conservazione Speciale, quando comporta vincoli agli imprenditori, va indennizzata: il Parco deve funzionare approvando dopo 30 anni! il suo Piano Territoriale con una governance qualificata e chiedendo risorse adeguate, ora che smart working e digitalizzazione possono accrescere i servizi e l’attrattività dei nostri paesi, molto più belli e vivibili delle metropoli.
Questa è la strada da seguire. La strada che ci ha insegnato Giovanni Cialone che forse, da lassù, sapendo della sentenza avrà sorriso pensando al suo Parco” – conclude Pietrucci –