Avezzano. La domanda che sorge spontanea è “perché?”. Perché vandalizzare i cassonetti per i rifiuti? Perché gettare tra i prati bottiglie di vetro, lattine vuote o cartoni? Perché riempire oltremodo un cassonetto, facendo fuoriuscire l’immondizia in eccesso, quando a pochi metri di distanza ce n’è uno semi vuoto? Insomma, perché non attenersi a quelle poche, semplici, regole di condotta utili a preservare la dignità di un giardino storico quale, nel caso specifico, è piazza Torlonia?
Eppure il restyling di tre anni fa era piaciuto a tutti, ritenuto fondamentale dopo decenni di disattenzione. Piazza Torlonia era da troppo tempo oggetto di incuria, bisognosa di essere riportata a “nuova vita”. Alberi potati, impianti di irrigazione sistemati e verde curato con la semina del prato. Anche il parco giochi, con la presenza di un’altalena per bambini con disabilità, aveva attratto le famiglie desiderose di spazi all’aria aperta per far giocare i propri figli. Un bello spazio dove poter passeggiare e stare all’aria aperta, indistintamente che si trattasse di adulti, di famiglie o di adolescenti. A giudicare da quello che resta dal weekend, di quei giorni rimane solo un lontano ricordo.
I cassonetti per i rifiuti sono ormai vandalizzati da tempo e, anche se ciclicamente vengono sistemati, qualcuno trova sempre il modo di fare danni. Quale possa essere il motivo o lo scopo ab origine del gesto è difficilmente immaginabile e, soprattutto, comprensibile. Carte e cartoni sono sparsi praticamente ovunque quando, come detto, la maggior parte dei cassonetti sono vuoti. Fare qualche metro per gettarli negli appositi spazi è una fatica che, tutto sommato, si può sopportare. Qualcuno, poi, ha trovato diletto nel danneggiare una panchina. E qui, ancora più che negli altri esempi citati, le domande si sprecano ma le risposte sono facilmente deducibili.
A tutto, forse, c’è una risposta chiamata “maleducazione”. Quanto emerso dall’ultimo weekend non è un caso isolato e non può dunque essere considerato un’eccezione. Spiace, soprattutto, dover prendere atto di comeche la reiterazione dell’illecito sia talmente consolidata da passare quasi inosservata o, al limite, ritenuta normale. Perché normale non lo è, esattamente come non può considerarsi una bravata. Altrimenti, se fosse tale, non sarebbe costante. Sporcare, gettare rifiuti ovunque, vandalizzare un bene pubblico non è un diritto.