Rocca di Mezzo. Il Rifugio Sebastiani, posto a 2102 m, è ancora sommerso da una coltre bianca spessa molti metri. La neve presente copre l’edificio fin oltre il tetto per circa due terzi. Già dal 29 gennaio scorso a seguito di un sopralluogo, il CAI Roma invitava gli escursionisti a prestare la massima attenzione ribadendo l’esigenza di “non camminare sulla copertura del rifugio per non danneggiare i sottostanti pannelli sottovoltaici”. Anche Eleonora Saggioro, che ha in gestione il Rifugio Sebastiani, ha più volte richiamato all’attenzione proprio perchè sul tetto sono installati i pannelli fotovoltaici e calpestandoli c’è il rischio che si rompano, ritardando notevolmente anche la riapertura della struttura.
Ciò però non è bastato, rendendosi necessario un intervento al fine di scongiurare il peggio. A distanza di oltre un mese, infatti, due volontari escursionisti hanno raggiunto il Rifugio Sebastiani per installare dei paletti e delimitare la zona con del nastro proprio per evitare il passeggio coi ramponi sul tetto e sui pannelli solari.
“E’ sempre rassicurante sapere quante persone hanno a cuore il rifugio – scrive sui social Eleonora Saggioro – Naturalmente ci auguriamo che questo lavoro serva e che non sia tutto sprecato. In ogni caso, se un paletto si toglie, rimettetelo, è inutile scrivermi; se un pezzo di nastro vola, lo potete raccogliere. Se qualcuno cammina comunque sul tetto, proteggete il Sebastiani come vi sembra opportuno, le parole ve le lascio scegliere.”
La storia del Rifugio Sebastiani
Il Rifugio situato al Colletto di Pezza ha una storia travagliata tra progetti, nascite, rinascite. La prima proposta venne avanzata in un’assemblea della sezione CAI di Roma il 18 maggio 1913, durante la quale si propose la costruzione di un rifugio che facilitasse l’escursione sul Monte Velino.
Nel 1914 si riparlò in concreto dell’idea quando i soci Gallina e Sebastiani, incaricati da un’apposita commissione, identificarono mediante un sopralluogo una posizione adatta vicino al Colle del Bicchero, crocevia di tre diversi sentieri. La grave situazione internazionale, le ostilità nell’estate del 1914 e il terremoto della Marsica nel gennaio 1915 portarono ad un’arresto della vita della sezione. La guerra coinvolse tutti i singoli soci. L’ing. Vincenzo Sebastiani, infatti, si distinse nelle azioni al Fronte tanto da ricevere due medaglie d’argento.
Nel 1919 il padre del caduto Vincenzo Sebastiani, con una generosa donazione, riportò l’attenzione sul progetto, che nel frattempo aveva subito dei cambiamenti in relazione all’ipotetica posizione della struttura per via del difficile accesso nei mesi invernali. Il 24 giugno 1921 la nuova commissione propose il Colletto di Pezza come sito idoneo per la nuova costruzione. Dopo più di un anno, il 22 ottobre 1922 alla presenza del sindaco di Ovindoli, dei consiglieri e di trenta soci del CAI Roma ebbe luogo l’inaugurazione del rifugio.

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