Avezzano. Dopo un inizio anno fortemente condizionato dall’alto numero dei contagi da Covid-19, le palestre provano a guardare al presente e, perché no, al futuro, con maggiore ottimismo. Dicembre e gennaio hanno però messo a dura prova anche questo settore produttivo. Le centinaia di migliaia di positività alla variante Omicron hanno creato non pochi grattacapi ai gestori delle attività che ora, con l’avvicinarsi della primavera, sperano in orizzonti più rosei.
Le incognite che prima pesavano sulla ripartenza e poi, in una seconda fase, sul mantenimento dell’attività, sembrano essere in parte superate. Ne abbiamo parlato con il proprietario di una palestra ad Avezzano che ci ha spiegato l’andamento di questo periodo, facendo una comparazione con i mesi addietro e con il 2019, l’anno precedente alla pandemia.
Per quanto riguarda il super green pass, misura che in molti temevano avrebbe avuto un’incidenza negativa sulla pratica sportiva, solo una piccola percentuale non ne è in possesso. “I nostri dati parlano di circa il 10% sul totale degli iscritti. Un numero non particolarmente elevato. Diciamo che si riverbera più sulle nuove iscrizioni. Chi non lo ha, ben sapendo come funziona il sistema, non viene a iscriversi”.
Il che rende quindi difficile avere contezza dei potenziali fruitori che, poiché senza super green pass, non possono iscriversi.
Quanto incide, invece, la paura di contagiarsi? “Da questa estate, tanto la frequenza in palestra quanto la richiesta di iscrizione, hanno avuto numeri incostanti perché condizionate dall’aumento dei contagi oppure dalla diminuzione degli stessi. Rispetto al 2019 stiamo lavorando con un 40% o 50% in meno di incasso rispetto allo stesso periodo pre Covid. Il dato parla chiaro: la gente frequenta le palestre a seconda dell’andamento della curva epidemiologica”.
La fascia d’età che va in palestra con maggiore frequenza è quella giovanile, ci spiega, svelandoci invece come quella più colpita da questa situazione sia quella tra i sessanta e gli ottanta anni. “Riguardo queste annate, abbiamo avuto un calo del 60%. Probabilmente sono coloro che avvertono maggiore paura. All’inizio di settembre, quelli che frequentavano il servizio di fisioterapia posturale erano circa ventisei. Quando sono scoppiati i grandi numeri di contagi siamo scesi a sei, ora stiamo attorno ai quindici”.
Ciò che rischia di pesare in maniera considerevole sui prossimi mesi sono i rincari sulle bollette. Luce e gas, su tutte. “La prima è stata quella dell’elettricità che paghiamo ogni mese e quindi già posso fare una stima dei costi. È chiaramente aumentata e ciò rappresenta un duro colpo che dobbiamo assorbire in qualche modo. Stiamo provando a capire come. Probabilmente dovremo alzare i costi di alcuni nostri servizi, altrimenti sarà difficile. Adesso dobbiamo limitare i nostri consumi”.
Per quanto riguarda gli aiuti, i ristori o i supporti economici da parte dello Stato, il capitolo è aperto e di quelli spinosi. “Ad ora sono stati miseri, non saprei come altro definirli. Parliamo di briciole, di circa il 3% rispetto a quanto perso durante la pandemia. Si riduce davvero a niente”.
Leggi: Bonus sociale: in arrivo altri 6 miliardi per contrastare il caro bollette