Uno strumento di diagnosi urgente da eseguire nei primi giorni di vita dei neonati, dai costi tutt’altro che proibitivi: a L’Aquila primo appuntamento dopo mesi
Asl 1 ancora nell’occhio del ciclone. Stavolta il disservizio sanitario interessa il reparto di pediatria dell’ospedale di Avezzano e a farne le spese sono i neonati dati alla luce nel presidio marsicano.
Secondo la segnalazione di una donna originaria della Valle Roveto, reduce dal parto a settembre 2022, al momento delle dimissioni dall’ospedale le sarebbe stato consegnato un certificato nel quale veniva richiesta una visita di screening uditivo per il bambino, non essendo stato possibile sottoporre il neonato alla visita in questione per mancanza dell’apparecchio per otoemissioni acustiche.
Parliamo di uno strumento che consente di eseguire un test rapido durante il sonno spontaneo del neonato. È caratterizzato da un’elevatissima sensibilità, permettendo di individuare tutti i pazienti con sospette problematiche uditive. Consiste nell’inviare all’orecchio del bambino stimoli sonori e nel registrarne la risposta.
Tale dispositivo è fondamentale per individuare precocemente un deficit uditivo e per attivare rapidamente una serie di trattamenti al fine di limitarne le conseguenze e, per questo motivo, deve essere a disposizione dei reparti di pediatria affinché il neonato sia sottoposto a screening prima delle dimissioni dall’ospedale.
Ebbene, nel presidio pubblico di Avezzano questo strumento non è più funzionante da aprile del 2022.
Il consigliere regionale Giorgio Fedele aveva immediatamente portato alla luce la criticità, opportunamente segnalata alla Asl1 dalla direzione dell’ospedale. Fedele, contattato da questa redazione, ci rivela che la stessa Azienda Sanitaria aveva fatto sapere che sarebbe stato necessario espletare la gara per l’acquisto dei dispositivi medici richiesti dal presidio (deliberazione del Direttore Generale n. 815 del 22 aprile 2022), ma che di disservizio non poteva parlarsi, essendo possibile prenotare la visita a L’Aquila nell’immediatezza.
Ora, sorvolando sulla gravità della mancanza di uno strumento chiave nella fase di accertamento delle condizioni di salute del neonato, il che la dice lunga sullo stato di salute dell’ospedale di Avezzano, e sull’evidente disagio per una neomamma di doversi recare a L’Aquila per un test diagnostico urgente, è necessario sottolineare che il disservizio è quanto mai reale, nel momento in cui il primo appuntamento disponibile al San Salvatore è non prima di 6 mesi.
La donna autrice della segnalazione ha riferito di essersi vista costretta a prendere appuntamento presso una struttura medica privata di Avezzano, al costo di 120,00 euro, su indicazione del pediatra, il quale ha sconsigliato un’attesa tanto lunga. A distanza di sei-sette mesi dalla nascita, qualora emergessero problematiche all’udito, si sarebbe infatti perso troppo tempo per intervenire, inficiando il processo di sviluppo della comunicazione uditiva e verbale.
Tale dispositivo si rende necessario proprio perché non richiede la collaborazione attiva del bambino e viene eseguito nei primissimi giorni di vita al fine di correggere immediatamente la problematica.
Una seconda neomamma, ricoverata a luglio 2022 e mamma di una bambina, ci ha lamentato lo stesso disservizio. “Mi sono mossa tramite il CUP e mi è stato fissato l’appuntamento a fine gennaio 2023. Sono stata costretta a prenotare una visita diagnostica privata, – ha riferito la donna – la mia pediatra mi ha detto che a 7 mesi dalla nascita non sarebbe più stato necessario l’apparecchio in questione per diagnosticare problemi di udito. Vergogna, è così che si va incontro alle famiglie? E’ questo che dobbiamo aspettarci dalla nostra sanità pubblica?“.
A distanza di otto mesi lo strumento di screening, dai costi tutt’altro che proibitivi (circa 7mila euro), non è ancora a disposizione del reparto di pediatria. Che sia una questione burocratica legata a specifiche procedure d’acquisto poco interessa ai quasi 130mila abitanti della Marsica che fanno capo all’ospedale di Avezzano.
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