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L’Orso e la Formica: un viaggio alla scoperta dell’orso dell’Appennino e delle sue montagne

Antonella ValentebyAntonella Valente
24 Febbraio 2021
in Attualità
Reading Time: 4 mins read
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Dalla preistoria ad oggi, uomini e orsi hanno viaggiato fianco a fianco, scrivendo una lunga storia di prossimità e identificazione, i cui contorni sfumano nei millenni. Le affinità di questo animale con la nostra specie sono state ragione di culto e adorazione, ma anche di condanna e persecuzione. D’altronde, come non rimanere affascinati e allo stesso tempo turbati di fronte alla somiglianza, nel fisico e negli atteggiamenti, dell’orso con noi stessi? O di fronte alla sua forza e resistenza fisica? O al profondo legame che una femmina di orso nutre per i propri figli? L’orso è stato dipinto di volta in volta come una divinità, un eroe, un antenato, un seduttore, ma anche come una belva feroce, un demone o un tenero compagno dell’infanzia. Ancora oggi, continua a far parte di festività che affondano le radici in culti pagani antichissimi.

Cinquanta orsi bruni sopravvivono ad oggi nel cuore selvaggio d’Italia, tra l’Abruzzo, il Lazio e il Molise. L’Orso e la Formica è il primo progetto multimediale in Italia interamente dedicato all’orso bruno marsicano. Dopo anni di lavoro lo scorso 5 febbraio è stato lanciato il portale web del progetto: un viaggio in equilibrio tra emozione e scienza, per conoscere l’orso dell’Appennino e le sue montagne, lungo un percorso che unisce le potenzialità del mondo virtuale con la realtà di un mondo bellissimo, fatto di professionalità, fatica e tanta passione.

Perché l’Orso e l’Appennino costituiscono un binomio così peculiare? Quali sono le connessioni che legano questo animale al suo ambiente? Quali adattamenti rendono l’orso marsicano così unico, vulnerabile, ma vitale?

Per dare risposta a queste e tante altre domande è nato il progetto “L’Orso e la Formica”, pensato per il grande pubblico, per gli appassionati, per il mondo della scuola e per chiunque senta di volersi avvicinare e scoprire questo splendido animale, e tutto ciò che rappresenta.

Dal comune desiderio di molte professionalità di mettere a frutto le rispettive capacità tecniche, artistiche e culturali è nata cinque anni fa l’idea di realizzare una serie di prodotti di comunicazione innovativi. Il lancio del sito conclude, quindi, un lungo percorso di produzione e raccolta dei materiali. Anni di lavoro di campo e di ricerca, per ottenere fotografie, sequenze e illustrazioni sorprendenti e analizzare centinaia di testi e articoli scientifici, frutto di una lunga collaborazione tra ricercatori, studenti, tecnici e volontari.

Leggi anche: Abruzzo, al via il corso online di apicoltura. Ecco come iscriversi

Un lavoro appassionato e meticoloso portato avanti da Elisabetta Tosoni, ricercatrice e biologa e dai fotografi e documentaristi Bruno D’Amicis e Umberto Esposito, sotto l’egida del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che ha creduto e supportato il progetto fin dall’inizio e con il sostegno dell’Associazione Obiettivo Mediterraneo.

Divulgare aspetti peculiari della biologia, del comportamento e dello stato di conservazione di questo plantigrado è uno degli obiettivi del progetto che attraverso storie e immagini evocative vuole anche (ri)svegliare il senso di meraviglia, rispetto e appartenenza al contesto ecologico dell’animale e incoraggiare il pubblico, attraverso consigli pratici, a riflettere sulle piccole scelte quotidiane che ognuno di noi può fare per la conservazione dell’orso e dell’ambiente.

Perché gli autori sono convinti che “l’incontro fra scienza e emozioni può rappresentare il tessuto connettivo atto a colmare la distanza fra uomo e natura, a far aumentare la consapevolezza e il coinvolgimento delle persone nei confronti della salvaguardia dell’orso e del suo ambiente” e che “la coesistenza tra uomini e orsi dovrebbe nascere da un rinnovato rapporto con il mondo naturale, il cui futuro dipende dalle scelte che facciamo oggi“.

L’orso, infatti, rientra nella lista delle specie cosiddette “ombrello”, la cui tutela può assicurare di riflesso la sopravvivenza di molte altre specie e di importanti processi ecologici.

Anche a livello mediatico, l’orso è un catalizzatore di attenzione e pertanto può stimolare un maggiore coinvolgimento del grande pubblico e delle amministrazioni nelle attività di conservazione e nel dibattito sulle questioni ambientali.

Tra il giorno in cui un cucciolo d’orso viene concepito e la sua nascita trascorrono circa otto mesi. Ed è in questo stesso arco di tempo che si svolgerà il percorso esperienziale di l’Orso e la Formica. Ogni due settimane, seguendo il ritmo delle stagioni, degli orsi come degli uomini, verranno aggiunti contenuti sempre nuovi. Il lettore avrà, inoltre, la possibilità di “immergersi” nella vita di orsi reali osservando, leggendo ed ascoltando non solo storie di orsi, ma anche racconti personali di varie fonti. Il portale web tuttavia segna soltanto l’inizio di quella che potrebbe diventare una produzione diversificata di prodotti di comunicazione con l’obiettivo di raggiungere ogni tipologia di pubblico, e soprattutto i più giovani.

“Sono molto felice di questo traguardo – ha dichiarato il direttore del Parco, Luciano Sammarone – perché proseguiamo in un percorso di sensibilizzazione finalizzato a migliorare la conoscenza di questa sottospecie unica al mondo e così consentiamo ad un pubblico sempre più vasto di acquisire la consapevolezza di quanto importante sia tutelarlo insieme al suo ambiente“.

Leggi anche: Avezzano, l’ultimo abbraccio della comunità ai 4 escursionisti: “Ci rivedremo”

Tags: evidenzaorsoorso e la formicaorso marsicanopnalmprogetto

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Antonella Valente

Antonella Valente

Laureata in Giurisprudenza e Giornalista Pubblicista dal 2018, nel 2019 si abilita alla professione di Avvocato

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