Se ne andava oggi, undici anni fa, Pietro Taricone, lasciando attonito il mondo dello spettacolo e un pubblico intero, conquistato col sorriso impavido e a volte provocatorio, che si ispirava ad un carattere forte, genuino, spassoso. La sua morte ci sembrò un affronto. Come può lasciare questa vita un ragazzo così pieno di energia, così ricco di sentimenti e di cose da dire? Non si era mai risparmiato Taricone. Non aveva paura di dire ciò che pensava. Non restava all’angolo, non si lasciava mettere da parte. Era un vulcano. Per le persone a lui vicine non sarà stato facile abituarsi ad un’assenza tanto pesante.
E’ indubbiamente un personaggio chiave della TV nazionale. Ha interpretato e definito il profilo del concorrente per eccellenza nel contesto del reality. Battezzò la prima edizione del Grande Fratello e non si risparmiò, dimostrando che il confine tra persona e “giocatore” è più sottile di quanto immaginiamo. Ha messo da parte le inibizioni e ha incarnato il senso del programma, pur nei limiti di una sana educazione e di una sensibilità spiccata.
Pietro Taricone morì per una passione estrema, dopo un lancio in paracadute nei pressi dell’aviosuperficie Alvaro Leonardi di Terni per un errore di calcolo nella manovra di atterraggio. Era il 28 giugno 2010; dopo il ricovero al Santa Maria di Terni i medici parlarono di arresto cardiaco causato da un’aritmia. E poi ancora di fratture multiple ed emorragia interna. Dopo un delicato intervento chirurgico durato circa 9 ore, venne dichiarato il decesso alle 2 e 30 del 29 giugno.
Le sue ceneri sono state deposte nella tomba di famiglia, a Trasacco, nella Marsica. La sua compagna, Kasia Smutniak, a distanza di otto anni da quel giorno, lo ricordò così: “In questi anni abbiamo fatto di tutto, ci siamo detti tutto. Avevamo litigato, ci eravamo lasciati, poi siamo tornati insieme. Ci siamo ritrovati, eravamo felici. Non potevamo darci più di così. Io so che in quel momento lui era felice. Prima di saltare mi ha mandato un bacio, facendo la faccia buffa, hanno riso tutti. Poi si è lanciato. Non si è reso conto di niente, è morto col sorriso in faccia. Io ero accanto a lui. Se potessi scegliere un modo di morire, vorrei anch’io morire così: nel momento più felice della vita”.