Lo abbiamo sempre intuito ma oggi ne abbiamo la conferma scientifica: la salute sessuale migliora anche la salute psicologica.
È stato pubblicato di recente sul “Journal sexual medicine” un nuovo articolo scientifico sulla sessualità durante il lockdown, questa volta prende in considerazione l’effetto positivo dell’attività sessuale per fare fronte alle conseguenze psicologiche del periodo di quarantena che abbiamo vissuto. Un gruppo di ricercatori italiani ha costruito un questionario comprendente strumenti validati per indagare ansia, depressione, relazione di coppia, sessualità maschile e femminile, e lo ha somministrato online dal 7 aprile al 4 maggio scorso. In questo modo sono state raggiunte più di 6000 persone, poi suddivise in due gruppi: chi aveva riferito una qualche attività sessuale durante il periodo in esame (2608 soggetti di entrambi i sessi) e chi non aveva riferito alcuna attività sessuale (4213 soggetti).
Un primo dato che emerge dallo studio evidenzia che la metà del campione di studio (50.3 per cento) ha riferito un’interruzione dell’attività sessuale durante l’isolamento. Questo dimostra che l’isolamento influisce in modo importante sulla salute sessuale, per due motivi: da una parte il disagio dovuto alla quarantena e dall’altra l’impossibilità di raggiungere il partner sessuale, confermando quello che molti altri studi avevano evidenziato precedentemente. Lo studio ha inoltre evidenziato che i soggetti che hanno mantenuto l’attività sessuale durante l’isolamento hanno avuto un minor disagio psicologico rispetto a quelli che avevano riportato di rinunciare all’attività sessuale a causa della quarantena.
Lo stesso scenario lo troviamo a livello di relazione, laddove i soggetti che hanno continuato ad avere rapporti sessuali durante l’isolamento mostrano migliori punteggi sulle sub cale di coesione di coppia e di soddisfazione del DAS-32, una scala che valuta la qualità di una relazione di coppia, confermando che un’attività sessuale regolare porta ad una migliore salute relazionale. Le donne, più che gli uomini, hanno riportato stati di ansia e disturbi dell’umore. Il funzionamento sessuale generale della popolazione studiata è stato mediato da diverse variabili. Se l’isolamento sociale, insieme alla limitazione delle attività e la riduzione degli eventi gratificanti, può rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di una psicopatologia ed i conseguenti difficoltà psico relazionali, I dati hanno rivelato Una novità nel rapporto tra sessualità e disagio psicologico, cioè il ruolo della frequenza delle attività sessuali sull’ansia, la depressione, il rapporto di coppia e la stessa funzione sessuale.
In altre parole, nelle persone con minore frequenza delle attività sessuali, è stata trovata sia una maggiore sintomatologia ansioso-depressiva sia la presenza di maggiori disfunzioni sessuali. Allo stesso tempo, i soggetti con una maggiore frequenza di rapporti sessuali mostravano un migliore funzionamento sessuale, e una migliore regolazione diadica. Nonostante la quarantena legata a COVID-19 abbia indotto una vulnerabilità generale, non solo da un punto di vista sanitario generale, ma anche sul versante psicologico e psicosessuale, in questo studio viene rafforzata e confermata una importante ipotesi: la salute relazionale e sessuale è in grado di migliorare la salute intrapsichica, andando a diminuire gli effetti negativi di ansia e sintomi depressivi in entrambi i sessi. Ci sembra una conferma che spinge a prendersi cura della salute sessuale.