I disturbi della relazione genitore-bambino sono stati a lungo sottovalutati, invece è importante sottolineare il rapporto fra le conflittualità interne del singolo genitore, quelle relative alla coppia e alla situazione triadica e alcune manifestazioni patologiche del comportamento che esprimono l’incapacità di alcuni soggetti ad assumere le funzioni di protezione, accudimento e educazione dei figli specifiche del ruolo genitoriale.
Sotto questa denominazione sono compresi, da un punto di vista qualitativo, essenzialmente quadri di indifferenza verso il neonato e di ostilità e rifiuto del bambino, il maltrattamento fisico e psicologico, la trascuratezza e l’abuso su minori, problemi di estrema attualità anche nel nostro paese. Sotto il profilo quantitativo numerose e sempre più frequenti sono le statistiche che riportano casi di violenza sui minori in molti paesi del mondo.
IL MALTRATTAMENTO
Entrando nel dettaglio del maltrattamento, la Wordl Health Organisation definisce come ‘’maltrattamento e abuso ai minori qualsiasi forma di maltrattamento fisico e/o psicologico, abuso sessuale, trascuratezza, sfruttamento commerciale e di altro tipo in grado di determinare un danno attuale o potenziale per la salute, la sopravvivenza, lo sviluppo o la dignità del bambino nel contesto di una relazione di responsabilità, fiducia o potere’’.
I genitori non necessariamente presentano una patologia psichiatrica, ma se questa è presente si tratta di disturbo depressivo, abuso di sostanze stupefacenti e disturbi della personalità. La famiglia in cui si verifica il maltrattamento fisico è spesso caratterizzata dalla presenza di una grave conflittualità individuale e coniugale, dalla mancanza di una abilità a risolvere i problemi concreti, dalla mancanza di supporto ambientale e dall’assenza di modelli genitoriali di riferimento. Il maltrattamento psicologico è una forma di violenza sui minori i cui confini sono spesso sfumati: da un lato infatti si può confondere con atteggiamenti pedagogici rigidi con violenza fisica e dall’altra con comportamenti generici di incuria, svalorizzazione e permissività che ne rendono difficile la separazione con la trascuratezza.
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LA TRASCURATEZZA
La trascuratezza consiste in tutti quei comportamenti passivi e omessivi nei confronti del bambino tali da non proteggerlo fisicamente o da non permettergli una normale crescita evolutiva in salute fisica e benessere psicologico, come ad esempio condizioni igieniche scadute, denutrizione, mancanza somministrazione di cure mediche, abbigliamento inadeguato, privazione della socializzazione con i pari. Comunque in questi bambini si può assistere ad un rapido miglioramento delle condizioni fisiche e psicomotorie quando sono oggetto di cure adeguate. Le persone che trascurano i figli per una incapacità genitoriale, esprimono una difficoltà ad assumere ruoli di responsabilità. Questi genitori spesso hanno subito nella loro infanzia e adolescenza situazioni di carenza affettiva e materiale e continuano in senso generazionale il ciclo di trascuratezza da una famiglia all’altra.

L’ABUSO SESSUALE
Infine un’altra forma di violenza è l’abuso sessuale che può essere manifesto, mascherato oppure improprio. Il bambino può cioè trovarsi in situazioni in cui vede, sente osserva attività sessuali che risultano psicologicamente inadeguate alla sua corretta evoluzione psichica.
Questa lunga descrizione di situazioni relazionali disturbate, soprattutto fra madre e il bambino, ci fa capire come non siano riconducibili semplicemente ad una patologia mentale materna o paterna, ma come si possano inquadrare in quelle condizioni di ‘’genitorialità vulnerabile’’ collegabili ad una multifattorialità complessa che rende il ‘’lavoro del diventare genitori’’ problematico, soprattutto sul piano del comportamento responsabile e protettivo nei confronti del bambino.
QUANDO PREOCCUPARSI
Dipende da quanto un comportamento risulta negativo, intenso e incongruo rispetto all’età del bambino, da quanto è frequente, non modificabile, e presente in ogni suo spazio di vita. La cosa più dannosa, per un genitore, è restare nel dubbio su come il figlio stia crescendo e su come agire nel proprio ruolo, e una consultazione specialistica può essere la giusta risposta per sciogliere ogni perplessità. La cosa più dannosa per un bambino è vivere una situazione critica e trovarsi ad affrontare da solo il proprio disagio.