Maria aveva diversi soprannomi. Detta “la Baffona”, ma anche “la Scostumata”, per i più era semplicemente “la moglie di Celentano”. Una donna di paese e al tempo stesso un’icona della cucina abruzzese. Non c’è angolo d’Abruzzo dove non si sia parlato delle sue magiche rustelle.
Era Maria la Signora degli arrosticini, la Signora della costa insignita della laurea ad honorem per aver carpito il segreto della pietanza più gustosa e rappresentativa d’Abruzzo.
Maria Taricani è venuta a mancare oggi, segnando la fine di un’era.
Il suo “Delle Querce” a Villa Celiera è stato unanimamente riconosciuto come la patria dell’arrosticino. Da Maria non c’erano stravaganze, né mode dell’ultim’ora. Il concetto di gourmet passava dalla liturgica preparazione della rustella. L’unico degno compagno del piatto forte d’Abruzzo era un calice di rosso nostrano. Nulla più.
Non poteva mancare l’omaggio della pagina abruzzese più seguita sui social. L’Abruzzese fuori sede rende merito alla donna che ha fatto grande la cucina regionale e che ha saputo diventare un’istituzione del mangiare bene.
Si diceva che lassù, sul Voltigno, ci fosse una figura mitologica, una donna dai mille nomi: “Scustumate”, “Baffona”, “Maria”, “la moglie di Celentano”. Tutti ne avevano sentito parlare, i racconti rimbalzavano dal mare alla montagna. I pellegrini compivano viaggi lunghissimi per provare a vederla e ognuno tornava con qualcosa di diverso da raccontare. Chi voleva una storia, chi cercava l’Abruzzo, prima o poi finiva a Villa Celiera. C’era chi restava deluso, perché una cosa così non riusciva ad accettarla; c’era chi restava estasiato, perché quella era Maria, la signora della leggenda: niente menù, tre piatti in croce, magne e zitte.Le leggende, in quanto tali, tendono a non morire mai: oggi se ne è andata Maria, ma il suo nome resterà per sempre fra le cose più abruzzesi del mondo.
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