Nel corso delle ultime settimane abbiamo più volte ricevuto segnalazioni da parte della categoria docenti, in riferimento a quanti, in servizio nella regione Lazio, non abbiano la possibilità di accedere alla piattaforma regionale di prenotazione al vaccino.
L’insegnante che provasse a registrarsi seguendo il percorso digitale istituito sul portale della Regione Abruzzo, una volta inseriti i dati relativi alla tessera sanitaria, verrebbe fermato al momento della nota relativa alla sede di occupazione. “Indicare il codice meccanografico del plesso dove si presta servizio”. E a quel punto, una volta digitato il codice del plesso laziale, l’alt della piattaforma “Attenzione! Valore non presente”.

Il problema era già emerso durante le scorse settimane. I docenti hanno allora continuato a lamentare il “disservizio”, argomentando, per contro, che la regione Lazio provvede alla somministrazione delle dosi a tutti i propri docenti con residenza laziale, anche coloro che lavorano in altre regioni.
Il punto è proprio questo. Al fine di dare precedenza ai propri residenti, ha disatteso le indicazioni specifiche del Ministero alla Salute, che ha strutturato la campagna di vaccinazione in maniera tale che ciascun docente debba rifarsi alla regione della sede di servizio. In questo particolare caso gli insegnanti con residenza in Abruzzo devono ricevere le dosi dalle aziende sanitarie laziali.
Ecco allora che, l’Abruzzo, come la maggior parte delle regioni, ha tenuto fede alle direttive governative. Non solo. Come ci è stato spiegato dall’Assessorato regionale alla Sanità, la consegna delle dosi è legata nelle quantità al conteggio dei docenti in servizio presso i comuni abruzzesi. Non ci sono quindi dosi previste per gli insegnanti in opera nel Lazio, piuttosto che in una qualsiasi delle altre regioni. I territori maggiormente interessati dal disagio sono la Marsica, che vanta una percentuale altissima di pendolari verso la capitale, e la Valle Roveto al confine con la Ciociaria.

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L’Assessorato alla Sanità fa inoltre sapere che in occasione del Consiglio delle Regioni è stato approvato all’unanimità un documento che controverte tali indicazioni. Si è dunque in attesa che il Ministero recepisca l’atto e i governi regionali si strutturino a tal fine, potendo disporre delle giuste dosi vaccinali.
“E’ di certo la situazione migliore, tutti ci siamo espressi affinché ciascuna Regione possa provvedere ai propri residenti, come da disposizioni nazionali ci siamo adeguati a quanto stabilito. Il Lazio ha deciso di non rispettare le indicazioni e i nostri insegnanti si sono trovati in difficoltà”.
Potremmo poi ragionare sulla correttezza del modus operandi dell’esecutivo laziale, che vede i propri residenti vaccinarsi altrove ma non ricambia il servizio sanitario lasciando scoperta una fetta consistente del proprio personale docente (seppur residente in altra regione). Le lamentele sono giunte in egual misura dagli insegnanti campani al confine col Lazio.