I ristoratori e i titolari di esercizi commerciali dicono “Basta”. Scatta oggi la protesta “Io Apro 1501“, nata sui social e divenuta virale nel giro di pochi giorni, che sta coinvolgendo migliaia di imprenditori italiani che non sanno più come mandare avanti la propria attività.
I ristori tardano ad arrivare e dal 25 ottobre ristoranti, bar e pub stanno rispettando le regole imposte dal Governo per arginare la pandemia degli ultimi mesi. Di fronte, però, a nuove restrizioni migliaia di lavoratori ed attività hanno deciso di aderire all’iniziativa “Io Apro 1501” che prevede di restare aperti oltre l’orario consentito dalle norme vigenti, nel pieno rispetto delle regole sanitarie e del distanziamento.
“Io e al momento 60.000 imprenditori di bar e ristoranti di tutta Italia abbiamo scelto di aprire perchè siamo esasperati, completamente disperati – ha dichiarato a Porta a Porta Umberto Carriera, ristoratore di Pesaro e tra i promotori della protesta – Qui non si tratta più del nostro futuro ma del nostro presente. Non sappiamo più come pagare le bollette, la cassa integrazione dipendenti purtroppo non arriva e noi non sappiamo più come andare avanti. Abbiamo messo da parte le associazioni di categoria e insieme ai colleghi di Firenze e Reggio Emilia abbiamo fatto partire questo tam tam mediatico.“
“La nostra task force è composta dai nostri camerieri, dai nostri cuochi che stanno rispondendo a centinaia di mail. Ovviamente rispetteremo tutti i protocolli attualmente in vigore, il coprifuoco alle 22, porteremo il conto alle 21:45 e abbiamo emanato un nostro Dpcm autonomo con ulteriori restrizioni e serviremo un tavolo sì ed uno no”.
Il grido d’allarme è forte e convincente in quanto non si temono nemmeno le eventuali sanzioni che potrebbero essere emesse, ma la paura di abbassare la serranda è tanta come quella di non riuscire più a vivere una vita dignitosa. “Dobbiamo decidere se mettere in gioco le nostre licenze o le nostre vite perchè fra qualche mese la maggior parte delle nostre attività chiuderà. Non abbiamo avuto risposta dal Governo in questi quattro mesi e le associazioni di categoria ci hanno totalmente abbandonato. Non siamo più disposti ad aspettare”, ha concluso Carriera.
La protesta sostenuta da legali pronti a difendere i lavoratori del settore
L’Avv. Lorenzo Nannelli, referente legale dell’iniziativa e pronto a difendere insieme ad altri avvocati sparsi in tutta Italia coloro che dovessero ricevere sanzioni dall’inosservanza delle norme, mette in dubbio la costituzionalità dei provvedimenti emanati dal Governo soprattutto durante la fase 2 in quanto non sarebbe stato operato un opportuno bilanciamento tra il diritto fondamentale alla salute e tutti gli altri diritti inviolabili.
“E’ opportuno precisare – commenta il legale – che questa iniziativa non ha l’intento di esprimere dissenso contro il Governo, bensì quello di esprimere da parte di questi soggetti che senza dubbio costituiscono la categoria più colpita dai provvedimenti restrittivi adottati dall’esecutivo, il pieno e libero esercizio dei diritti costituzionalmente garantiti e inoltre vi è l’intento di dimostrare il relativo senso di responsabilità e la capacità di poter lavorare rispettando e facendo rispettare le regole di prevenzione del Covid 19 che sono e rimangono regole fondamentali.”
L’apertura nel rispetto delle normative sanitarie
Le attività aderenti all’iniziativa sono pronte a ripartire da oggi in totale sicurezza. Massimo 4 persone ai tavoli, distanziamento garantito, uso di mascherine, sanificatori e gel. La categoria vuole manifestare il proprio senso di responsabilità e la capacità di lavorare rispettando e facendo rispettare le regole fondamentali di prevenzione del Covid-19, indicate nel loro DPCM Autonomo (Decalogo Pratico Commercianti Motivati).

Se in tutto il paese saranno in migliaia ad aderire a “Io Apro 1501”, in Abruzzo non si ha ben idea di quale sarà il numero di effettivi esercenti che protesteranno alle restrizioni del Governo. Dal canto suo Fipe Confcommercio, la più grande associazione dei pubblici esercizi, ha reso noto che “non prenderà parte alla protesta, che condivide la frustrazione e il senso di spaesamento di tanti esercenti, ma proprio per supportarli efficacemente, come rappresentanza del settore più grande e diffusa dell’intero Paese, eserciterà il proprio ruolo e la propria responsabilità“.
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