I fedelissimi di Renzi portano la bandiera come uno stendardo di quartiere. Italia Viva segue la strada segnata dal suo leader politico e ribadisce l’attacco al sistema in ragione dei valori democratici.
La conferenza stampa tenuta da Renzi nel pomeriggio in cui ha stravolto i numeri del Governo, ha lasciato un lungo seguito di polemiche. Abbiamo raggiunto telefonicamente Camillo D’Alessandro, membro della Camera dei Deputati e rappresentante regionale di Italia Viva. Gli abbiamo rivolto la regina delle domande, la hard question che ha spopolato sul web nelle ultime 48 ore e che, probabilmente, è destinata a restare spunto di riflessione personale e di partito. E’ questo il momento storico più giusto per aprire una crisi istituzionale che potrebbe costringere gli italiani a tornare alle urne in piena pandemia, senza tentare l’impossibile per un compromesso d’unione, per uno sforzo di coesione?
“Da settimane stiamo dicendo le stesse cose. – Ha esordito il deputato D’Alessandro – Con le dimissioni sarà chiaro che, nonostante la narrazione compulsiva di tutti, a noi non interessano le poltrone, bensì la qualità delle decisioni che prenderemo ora e che avranno ripercussioni per i prossimi trent’anni”.
Eppure il Governo ha elaborato e inserito nel Recovery Plan le modifiche chieste da Italia Viva. L’unico nodo che le parti non sono riuscite a sciogliere è quello del Mes. “Abbiamo ottenuto lo stravolgimento del Recovery. Siamo stati costretti ad aprire la crisi per revisionare l’inadeguatezza di quanto fatto. Di fronte alla terza ondata del Covid e ai numeri impressionanti dei decessi, rinunciare ad uno strumento come il Mes non ha alcun senso. E’ solo uno sfregio alla Sanità nazionale”. Ha ribadito il parlamentare di Italia Viva.
E adesso cosa accadrà? Conte ha commentato l’agire di Renzi parlando di “terreno minato” sul quale è stato impossibile tracciare la via del confronto. Preso atto delle dimissioni delle ministre si andrà avanti con le nuove misure anti-Covid, con la proroga allo stato di emergenza e con lo scostamento di bilancio. Intanto Italia Viva incalza lo strappo.
“Ora dobbiamo preoccuparci di evitare di mandare i cervelli all’ammasso. Le battaglie di Renzi, in solitaria, devono essere condivise da tutti. – Ha concluso D’Alessandro – Nessuno deve disporre di pieni poteri”.