Dura, quasi pedagogica Stefania Pezzopane nel commento a quanto accaduto nella conferenza stampa indetta e istruita da Matteo Renzi. La parlamentare del Partito Democratico riconosce la lesione ad opera del leader di Italia Viva e condanna l’apertura della crisi, argomentando con forza le ragioni del dissenso.
“Stiamo attraversando un’emergenza totale, come mai prima nella storia della nostra Repubblica. Ha spiegato la Deputata del PD – L’unica memoria di una situazione paragonabile a questa si rifà al dopoguerra. Di fronte ad una realtà tanto difficile, la classe dirigente deve fare delle proprie diversità una ricchezza e non porsi come spartiacque tra bene e male. Pur stimando Matteo Renzi, riconosco nel suo approccio un grave errore. Nel suo intervento è stato aggressivo, violento. Ha rotto il patto che aveva contribuito lui stesso a sancire quando era ancora al PD. Mi auguro ci sia quanto prima un ripensamento da parte dei parlamentari di Italia Viva, che scelgano di non giocare il ruolo dei distruttori”.
Renzi colpevole di quanto imputa a Conte
Oltre le mancanze nel riconoscere la portata del momento storico, secondo la Pezzopane, Renzi ha commesso lo stesso sbaglio che imputa a Giuseppe Conte e all’attuale squadra di Governo. Si rende colpevole degli stessi crimini portati a spalla nel cammino di “salvezza” di cui si è fatto condottiero e portavoce.
“Qualsiasi fossero le motivazioni che ha sentito il bisogno di difendere, deve essere consapevole che le ragioni esistono per ognuna delle parti politiche. – ha proseguito la Pezzopane – Era chiaro a tutti, non solo a lui, che i progetti del Recovery non erano sufficienti. Noi del Pd abbiamo chiesto di rivedere gli stanziamenti per il lavoro, per la sanità, per l’emancipazione femminile. Si chiama dialettica politica. Ecco perché esiste il Parlamento; per discutere, per modificare, per dire la propria. Renzi non può aprire una crisi di Governo perché a lui non piace quanto stabilito dal Recovery. Deve accettare che esistono idee diverse dalla sua. Soprattutto sul discorso MES. Non può pensare di scatenare quanto scatenato perché non accetta che esistano delle visioni diverse dalla sua. Non può pretendere che vada tutto esattamente secondo le sue personali idee”.
Il ragionamento è chiaro. Renzi ha agito nell’interesse delle proprie ragioni facendo valere i propri “pieni poteri”, condannando Conte per aver fatto, a detta sua, la stessa cosa.
Renzi “pretestuoso”
“In piena pandemia dobbiamo avere l’intelligenza di metterci d’accordo. Riconoscere le idee altrui, come accaduto per l’accordo di bilancio, che ha raccolto emendamenti a firma di tutti. Le ragioni di Renzi sono pretestuose, ho letto molta rabbia nell’attacco a Conte. Gli ha persino imputato di agire erroneamente sui social, quando è stato proprio lui il primo a fare uso dello strumento delle dirette Facebook”.
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Conferenza squilibrata, ministre zittite e rese presenza muta
“Onestamente ho trovato la conferenza stampa piuttosto squilibrata. Le dimissioni vanno comunicate formalmente. E invece Renzi ha monopolizzato l’intero momento mediatico, tanto che, quando i giornalisti sono stati chiamati a fare domande, si sono rivolti a lui. – Ha concluso Stefania Pezzopane – Avrebbe dovuto assumere un ruolo marginale, far parlare loro per prime. E’ stata la “sua” conferenza”.
In effetti è così. Mentre Renzi bacchettava quanti abbiano esercitato violenza verbale nei confronti delle ministre, condannando ogni forma di bullismo di genere, la Bellanova e la Bonetti ascoltavano il monologo renziano mantenendo l’aplomb di due statue greche, lasciando che Renzi le dimettesse dai propri Ministeri e si facesse condottiero, tra le altre cose, di una nuova crociata di emancipazione femminile.