Ci sarebbero due verità emerse dall’incontro fiabesco tra l’orsetto Juan Carrito e il Pastore Tedesco portato a passeggio dalla padrona lungo la strada di cinta del borgo di Villalago. Da un lato la riprova della natura pacifica dell’esemplare, da sempre considerato confidente e, ormai, appuratamente portato ad un approccio quasi conviviale con gli esseri umani. La discesa verso il centro abitato trova ragione nell’intenzione di cibarsi, come suo solito, dei rifiuti presenti nei cassonetti del paese. Lungo il cammino, però, l’incontro inaspettato con il cane scatena in Carrito la voglia di giocare, di condividere il momento con l’improbabile amico a quattro zampe. Nonostante la reazione del Pastore Tedesco, che finisce con l’abbaiargli addosso per l’intera durata dell’incontro, l’orso si butta a terra e continua a dare segnali pacifici. Non solo. E’ un dato di fatto la vicinanza rispetto alla stessa padrona del cane, eppure l’animale non sembra essere disturbato dalla compagnia, al contrario, vanifica i propositi del pasto e, appagato dall’incontro, torna sui suoi passi rinunciando a raggiungere il paese. Da lì a qualche ora sarà avvistato a Scanno a rivoltare i cassonetti per consumare il suo pasto.
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L’altra verità è quindi legata alla ragione delle ripetute visite di Juan Carrito nei comuni del Parco, vale a dire la presenza di cibo all’interno dei cassonetti della raccolta differenziata. E’ il dott. Paolo Forconi, zoologo marchigiano dello Studio Faunistico Chiros, a porre l’accento sul problema, rimarcando l’importanza dell’installazione di dispositivi antiorso. Lo stesso esperto si fa portavoce di ripetute segnalazioni che ci giungono dai comuni del Parco.
“Voglio fare un appello reale e urgente al Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, affinché il Governo si metta a disposizione dei cittadini che vivono i borghi del Parco, da sempre esposti alla vicinanza con questi esemplari. Sono necessari i cassonetti antiorso, oggi più che mai”. Prosegue Forconi: “Qualche tempo fa, quando l’orso Mario causava danni ai pollai, dallo Stato arrivarono 200mila euro per i pollai antiorso. Oggi la situazione non è molto diversa e il fatto che Carrito sia un orso pacifico non significa che non accadrà mai nulla”.
Ne va, chiaramente, della sua incolumità e di quella degli abitanti del Parco. Attirare in paese gli orsi significa esporli al pericolo di incontri con altri animali in cattività. Sulla costa sono frequenti episodi di cani ammazzati dai lupi. “Sugli stessi Monti Marsicani ho segnalato più volte branchi di cani che inseguono cervi e camosci“. Ha concluso Forconi – “A mio personale avviso la soluzione, nel caso specifico di Juan Carrito, sarebbe quella di condurlo in aree selvagge e di lasciare frutta e carcasse, così da accompagnarlo serenamente all’ibernazione, che dovrebbe avvenire intorno alla fine di dicembre”.