Bartolotti critica duramente il ritardo nella riapertura degli impianti da sci.
Il nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio ha differito ulteriormente la data di riapertura degli impianti sciistici. La data prevista dovrebbe essere il 15 febbraio, ma siamo sicuri che sarà così?
Ingenti i danni economici derivanti da una stagione totalmente assente, soprattutto in una regione come l’Abruzzo che “dovrebbe” vivere di turismo. Dello stesso avviso è Giancarlo Bartolotti, presidente di Monte Magnola Impianti di Ovindoli (AQ), stazione sciistica di rilievo nel centro Italia.
“Ci hanno preso in giro continuamente, prima facendoci credere che avremmo riaperto il 7, poi il 18 gennaio. Avevamo programmato almeno due mesi di stagione con questa bellissima neve che è scesa nelle settimane scorse, erano anni che non nevicava così. Le giornate fredde hanno aiutato e abbiamo sparato poco e nulla, se non per preparare il fondo. Eravamo pronti a riaprire per il ponte di S. Ambrogio, la richiesta è stata elevatissima e poi nulla, ci siamo dovuti adattare a questi nuovi vincoli e ammonimenti. Abbiamo perso l’indotto di Natale, Capodanno e dell’Epifania che rappresenta il 50/60% del fatturato di un’intera stagione”.
Ha dichiarato ad AZ Informa Giancarlo Bartolotti, imprenditore 82 enne, originario di Ravenna, che da oltre 50 anni crede nelle montagne abruzzesi. Un uomo che ha fatto ruotare la sua vita e il suo lavoro intorno alla parola “turismo”. Ex vicepresidente dell’aereoporto di Pescara, ex presidente di Abruzzo Turismo, e non solo, è convinto che l’unica soluzione possibile per le aree interne abruzzesi sia sviluppare una strategia adeguata di promozione tramite tutti i canali possibili per incrementare l’economia locale che si basa solo sul turismo.
“Nel corso degli anni l’ho sempre detto ai diversi politici che si sono susseguiti in regione, nelle zone interne non c’è altra soluzione se non il turismo sia estivo sia invernale, sono aree cui non manca nulla, dall’arte alla storia, dalla gastronomia ai parchi. L’Abruzzo potrebbe essere la seconda Svizzera, ma nessuno ci ha mai creduto. Si sono buttati centinaia di milioni sulla costa, in cui il turismo dura 30/40 giorni e poi se ne riparla l’anno successivo. In altre regioni, ad esempio in Trentino Alto Adige, il turismo rappresenta addirittura il 25% del suo PIL”.
Secondo l’imprenditore l’Altopiano delle Rocche ha perso 30 milioni di incassi a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. “Oltre a questo vi sono circa mille persone disoccupate, che non portano a casa un centesimo – ha continuato Bartolotti – Abbiamo dovuto chiudere alberghi e ristoranti. A livello nazionale, addirittura, abbiamo 30 mila dipendenti delle stazioni sciistiche a spasso con una perdita di 70 miliardi di euro.”
I dubbi restano anche per la data di riapertura, prevista per il 15 febbraio. “Lo scenario futuro? Chi ce lo dice che non si sarà un’ulteriore proroga? La Magnola ha perso l’80/90% del fatturato e i ristori a confronto sono state briciole, soprattutto perchè riguardavano i dati inerenti il primo lockdown, quello di marzo scorso”.
Ma forse si sarebbe potutta prevedere anche una riapertura contingentata nel rispetto delle normative anti-Covid. A tal interrogativo è difficile trovare una risposta. Mancanza di interesse delle istituzioni o è mancata la volontà di assumersi delle responsabilità? Difficile rispondere, certo che il punto di vista di Giancarlo Bartolotti è chiaro: “Si poteva stabilire una riapertura con numeri chiusi e con il distanziamento. Abbiamo sanificato e speso molti soldi per comprare tutto il necessario per sanificare telecabine e impianti. I centri commerciali sono strapieni come anche i mezzi di trasporto. Lo sci è uno sport dispersivo, in 40 km di piste se vi sono 10mila persone non le si vede. Per le baite? Si predisponevano i tavoli all’aperto, ad esempio. Pensavamo che almeno la regione Abruzzo, con circa 38mila posti letti nelle seconde case, potesse riaprire e dare la possibilità almeno agli abruzzesi di poter sciare sulle proprie piste. Tutto questo è un’assurdita enorme”.
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