“È una vergogna, ora che avevamo la possibilità di prendere una boccata di ossigeno l’Abruzzo è tornato arancione e dobbiamo stare chiusi”. Con queste parole Giancarlo Bartolotti, presidente della Stazione Invernale Monte Magnola di Ovindoli, commenta ad AZ Informa l’ennesimo stop alla riapertura degli impianti sciistici.
Piste piene di neve, soprattutto dopo le nevicate di queste ultime ore, ma per i comprensori sciistici non c’è nulla da fare. I gestori erano pronti a riaprire a partire da oggi 15 febbraio come previsto dall’ultimo DPCM ma ora dovranno aspettare probabilmente l’inizio del mese di marzo.
Tanta la delusione, la rabbia e la preoccupazione degli imprenditori abruzzesi degli impianti sciistici. “E’ una cosa veramente vergognosa e incosciente per l’economia e lo sviluppo – afferma Bartolotti – Nel Lazio riaprono tranquillamente alcune stazioni come anche al Nord. Per noi niente da fare. Stiamo languendo sotto ogni punto di vista, siamo sul lastrico, dopo mesi ancora non vediamo un soldo, non possiamo continuare a spendere senza incassare un centesimo” .
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Da marzo del 2020 gli impianti sono fermi a causa della pandemia. Con molta probabilità resteranno chiusi ancora per molto. Nonostante la mancata attività, i costi di manutenzione degli impianti sono rimasti. Preparazione delle piste, innevamento programmato, personale tecnico, canoni di concessione da corrispondere ai Comuni, sono solo alcune delle spese che hanno dovuto sostenere “gli imprenditori della neve”.
Proprio per questo molte stazioni sciistiche abruzzesi in questi giorni si sono riunite insieme alla Federfuni Abruzzo, l’associazione delle aziende esercenti il trasporto a fune in concessione, e si sono confrontate con il presidente della Regione, Marco Marsilio, per individuare delle soluzioni rapide per integrare i ristori.
È stata avanzata, infatti, la richiesta di impiegare immediatamente i 3 milioni di euro rimasti inutilizzati da oltre 17 anni della legge regionale n. 44 del 2004 per sostenere la crisi di liquidità che sta colpendo duramente tutte le stazioni invernali.
“Non si vive di sola cassa integrazione e le aziende da sole non ce la fanno più – ha dichiarato in una nota il presidente di Federfuni Abruzzo, Fabrizio Di Muzio – Serve responsabilità, questo è il momento di scegliere se sostenere veramente chi traina il prodotto interno lordo delle aree interne della regione o se disperdere il grande capitale sociale costituito dalla rete di stazioni invernali abruzzesi che danno lavoro a migliaia di addetti”.
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