E così ci siamo, domani si parte.
Sono molto emozionato e spaventato, ma si sa, la paura è un’emozione adattiva. Dovrò adattarmi a nuovi modi di percepire l’esistenza umana, a nuovi odori e alle leggi del mare. Quel mare che a molti dà tantissimo, più di tutto pace e serenità. Poi c’è l’altro lato del mare, la forza fisica naturale che divide le terre, le culture e le speranze.
Ma torniamo indietro, al 4 marzo. Ricevo una telefonata da Roma, da un numero mai visto prima. Quelle telefonate che ti fanno sempre pensare ai call center, e stranamente rispondo. “Salve, parlo con il Dott. Acierno?” – è la sala operativa nazionale di Croce Rossa Italiana.
All’inizio mi sembra tutto così surreale, mi domando se stia succedendo proprio a me, ma quando l’addetta all’ufficio risorse umane mi spiega qual è la loro proposta capisco che sta succedendo qualcosa di grande.

“Saremmo intenzionati a farla partire come psicologo per attività emergenziali connesse all’assistenza e alla sorveglianza sanitaria dei migranti soccorsi in mare, opererà sulla nave quarantena Allegra di GNV”. Davanti a me, come un profondo insight, avanza prepotente la consapevolezza di una grande opportunità di crescita umana e professionale, a cui non si può dire di no. Mi prendo qualche giorno per decidere ma non posso non partire. Penso tra me e me “se non lo faccio ora, quando?” che poi rifletto essere il pensiero tipico di moltissimi giovani professionisti italiani che come me si barcamenano nel mondo del lavoro. È tutto deciso: si parte il 10 aprile.
I miei compiti a bordo saranno: colloqui singoli conoscitivi con i beneficiari durante il periodo di permanenza; presa in carico di eventuali vulnerabilità, di concerto con il personale sanitario; partecipazione ai focus group informativi; attività regolare di supervisione dell’équipe.
Per darvi un’idea dell’esperienza che sarà potete vedere il video qui di seguito.
Link video:
Noi ci rivediamo alla fine di questa avventura, con la certezza e la voglia di potervi raccontare l’impegno e la determinazione di tanti operatori umanitari che credono ancora in un mondo più inclusivo.