Sette anni di pensieri veicolati, attraverso l’ispirazione, su un taccuino ricolmo d’arte. Alessia D’Anna ha definito il frutto del suo genio poetico “Grimorio”, vale a dire libro di magia. Più precisamente un manuale d’uso per streghe, una sorta di raccolta di rituali e nozioni per chi voglia svolgere bene il “mestiere”.

E’ evidentemente un titolo allusivo, che però racconta bene i riferimenti che hanno guidato la scrittura e il confezionamento del primo libro di poesie dell’autrice. E non è un caso che la prima lettura della raccolta sia “Incantesimo numero 16”.
Brucia la quercia
di bimba madrina
ribolle il torrente
di torrida schiuma,
il canto la pira
nutre e compiace
forte di rabbia
e marcia di vita.
Mi aggrappo alla nube
di fumo e respiro
scendendo dalla cenere
in volo.
Mi chino a leccare
la terra più scura
sputo il seme
e mi preparo all ristoro.
Un incantesimo, appunto, a fare da invocazione. Nella mente dell’autrice c’è l’intenzione di creare uno scudo, di far sì che questa prima lettura eserciti un potere protettivo nei confronti di ciò che seguirà. La D’Anna, in occasione della presentazione del Grimorio sabato ad Avezzano, ci ha confidato che Incantesimo numero 16 è il suo biglietto da visita. Potendo leggere ai suoi lettori una sola delle poesie della raccolta sceglierebbe proprio questa. Perché? E’ semplice. E’ stata scritta a metà di questi sette anni, a maturazione del senso dell’intero lavoro. Quando ha capito verso cosa si stava dirigendo ha anche compreso quello che sarebbe stato il progetto finale. Questa poesia si colloca quindi a metà tra le prime fughe di emozioni, con annessa ricerca del bello e dell’ascolto, e la chiusura del cerchio con la selezione dei lavori che avrebbero fatto parte del Grimorio.
Il Grimorio dei sette anni presentato ad Avezzano
Sabato 12 marzo l’autrice ha presentato il libro presso il caffè letterario Vieni via con me di Avezzano, alla presenza di un nutrito gruppo di lettori. Ha moderato l’incontrò la cultrice d’arte e letteratura, docente presso il Liceo Classico cittadino, la professoressa Emanuela Mastrtoddi.

L’arte di Alessia D’Anna, nonostante la giovanissima età (24 anni), è ricca di riferimenti complessi ai tarocchi, alla letteratura greca e all’astrologia. Poi ancora il rimando frequente ai rettili e ai serpenti. Particolarmente significativa “Biscia”, che nonostante si esaurisca in appena 7 parole apre a riflessioni profonde. “Muta piano la pelle di vapori. Respìràti“. Il doppio accento della parola respirati implica una doppia lettura, un doppio senso, due storie. Come leggerla? “Ogni lettore può e deve leggerla così come se la sente, come la immagina. Oppure può leggerla due volte”, ci spiega la D’Anna. E ancora il concetto della muta, il rinnovamento della pelle, di sé stessi. L’artista accoglie il cambiamento come processo naturale, senza perdersi dentro di esso. Ci dice vada elaborato. Per lei è un motivo ricorrente perché non l’ha ancora elaborato del tutto.
Alessia D’Anna, una maturità complessa
La particolarità della raccolta della D’Anna è la spiccata maturità artistica. Alla base vi è senz’altro un bagaglio esperenziale ricco di avvenimenti che l’hanno scalfita nell’animo. Un’artista all’impatto solare, rasserenante, che lascia trapelare la sensazione di avere molto da dire, più di quanto non faccia. Pratica lo yoga, soprattutto nella sua forma psicologica. Lo fa per comprendere la natura dei suoi blocchi; prima ancora che nella mente si manifestano sul corpo.
In questi sette anni non ha mai, o quasi, cambiato le parole scelte per le sue poesie. L’ordine sì. Ha spiegato che quando sceglie i termini gli restano impressi. Scrive le poesie prima a mano, sempre. Poi le riscrive. Le sue opere nascono nei momenti a cavallo tra una scossa e l’altra, quando somatizza una forte emozione o si lascia alle spalle un avvenimento importante. Come se necessitasse di lucidità, di vedere il quadro generale.
Grimorio, un lavoro di sette anni
Come riportato sul retro copertina, Il Grimorio dei sette anni nasce in un momento delicato per la salute mentale e fisica dell’autrice. “I componimenti che ne fanno parte seguono l’andamento delle esperienze relative al crollo e alla successiva, timida, ricostruzione di un’identità”.
Trentanove poesie suddivise in quattro sezioni: Proiettili, Ferite, Balsamo e XXI. Ciascuna rappresenta una nuova fase di consapevolezza della D’Anna, fatta di ricerca. Ha indagato il valore delle sue relazioni umane, la sua identità sessuale, le sue paure.
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