Avezzano. Era nell’aria da giorni ma adesso è ufficiale. Lo strappo in casa Movimento 5 Stelle tra Beppe Grillo e l’ex premier Giuseppe Conte apre a nuovi scenari nella politica italiana, sempre più ancorata ai sondaggi e all’umore dei social network. Un matrimonio finito male, tra reciproche accuse e scambi di vedute non di rado sopra le righe, senza particolari attenzioni all’utilizzo di eufemismi e concetti edulcorati. Grillo ha fatto il Grillo, liquidando Conte a modo suo, tra frasi disprezzanti e attacchi personali. “Non ha visione politica né manageriale”, ha affermato il garante dei pentastellati, lo stesso che, però, definì il premier della pandemia “l’unico in grado di traghettare l’Italia fuori dall’emergenza”. Va bene cambiare opinione, ma così si esagera.
Dal canto suo Conte non disdegna l’ipotesi di fondare un proprio partito, perché parlare di un più generico “movimento” sarebbe anacronistico. Fattore, questo, che Grillo ha contrastato con ogni mezzo, fino ad arrivare alla definitiva e irreparabile rottura. Gli ultimi 24 mesi del M5S sono stati costellati di contraddizioni politiche, contrastanti con quei valori fondanti il Movimento che nacque per “scardinare il Parlamento”. In Parlamento, poi, i Cinque Stelle ci sono arrivati per davvero, coronando il sogno di Roberto Casaleggio. Da lì in avanti, però, sono iniziati i problemi, tra i cambi di casacca dei fedelissimi della prima ora e alleanze che hanno gettato ombre su un modo di agire originariamente pensato per essere intransigente verso tutto e tutti.
Poi è arrivata la pandemia che ha portato, suo malgrado, Giuseppe Conte ad assumere il ruolo di leader nel momento più drammatico della recente storia politica, economica, sanitaria e sociale tricolore. Con buona pace di chi ha fatto cadere il governo nella fase di ripresa. “Italianismi politici” che non stupiscono più. Stando ai più recenti sondaggi, Conte avrebbe la possibilità di arrivare fino a un 18% di consenso, dimostrando un consolidato consenso politico capace di alterare gli equilibri tra i grillini, e non solo. Questi, però, perdendo la figura più in vista, potrebbero naufragare verso lidi sempre più desolati. È bene ricordare come Conte, infatti, abbia tenuto le redini del gruppo nel momento di maggiore instabilità e perdita di appel, rigirando le sorti di uno scenario politico che vedeva la Lega volare in solitaria. Matteo Salvini non solo non è riuscito a diventare premier ma è finito anche dietro Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia che, secondo i sondaggi, è ormai il primo partito. In un anno e mezzo è cambiato tutto.
Il governo Conte bis si è retto sull’alleanza tra M5S e Partito Democratico. Ciò che, verosimilmente, accadrà tra il partito dell’ex premier e i dem. Se è vero, come è vero, che i grillini della prima ora non hanno mai digerito la suddetta alleanza, è altrettanto vero che non avrebbe molto senso reiterala ora, se non con Conte a fare da collante. Con la sua uscita il M5S è di fronte a un bivio: tornare quello delle origini o discostarsi definitivamente dalle stesse. Stare nel mezzo non sarà possibile. Attualmente la Marsica può vantare un solo nome tra le istituzioni in Consiglio regionale, ed è quello di Giorgio Fedele, pentastellato dagli albori del Movimento. Il crollo vertiginoso che ha investito i Cinque Stelle ha provocato una inesorabile frammentazione sul territorio con il solo Fedele a tenere il timone di una nave che imbarca acqua dappertutto.
I gruppi presenti sul territorio sono sempre di meno e sempre meno numerosi, spaccati a metà tra il restare fedeli alle origini e la necessità di guardare avanti. Fu proprio Grillo ad affermare “adesso siamo cresciuti, dobbiamo guardare avanti”. Il futuro non prevede Giuseppe Conte e tutti i suoi sostenitori. Nella Marsica, come nel resto d’Italia ovviamente, si dovrà decidere da che parte stare. Ce ne va del futuro del Movimento 5 Stelle e di quello dell’ex premier. Un braccio di ferro che produrrà vincitori e vinti, ma il cambiare rotta è convinzione comune ai più. Le amministrative che si terranno a fine estate, in una data da stabilire tra il 15 settembre e il 15 ottobre, saranno il primo banco di prova.