Tagliacozzo. La musica, intesa come forma d’arte, d’intrattenimento e di socializzazione, è tra i mezzi più potenti che abbiamo a disposizione per strappare un sorriso o un momento di relax, lontano dagli affanni e dai pensieri della quotidianità. Può rivelarsi una parentesi di normalità laddove spesso non se ne ravvisa o, peggio ancora, è andata perduta. La musica è, infatti, la perfetta cassa di risonanza per esprimere emozioni e sentimenti. Aggrega, unisce, stringe i cuori e nobilita gli animi. Come nel caso di “Humanitarian Contexts Live“, progetto ideato da Roberto De Carolis, sassofonista abruzzese attivo nel panorama jazzistico e pop tricolore.
Il musicista, molto conosciuto negli ambienti grazie alla sua presenza fissa nei vari live club italiani (quando si poteva, beninteso), ha collaborato, fra gli altri con Tony Esposito e Raphael Gualazzi. Attualmente è anche docente di sassofono a Roma. “È da molto tempo che ho il desiderio di regalare la mia arte a chi ne ha veramente bisogno: ai più deboli e a chi non ha voce in questa società”, spiega ad Az Informa. “Il mio lavoro mi lascia osservare il mondo in una differente ottica e viverlo nella mia dimensione rendendomi un uomo libero e indipendente sulle mie scelte. Appena le condizioni lo permetteranno, darò via al mio progetto “Humanitarian Contexts Live” che prenderà vita nelle case circondariali e nei centri che ospitano ragazzi con sindrome di down. In questo viaggio sarò affiancato da musicisti che, come me, si mettono gratuitamente a disposizione del progetto. Hanno un gran cuore e vogliono contribuire a regalare emozioni e felicità. L’unica arma che possiedo è la musica e con essa voglio accarezzare le realtà che in penombra vivono da sempre, chi in un modo e chi in un altro”.
De Carolis ci spiega che il progetto è stato concepito durante i mesi di lockdown. Molti artisti, come lui, nel restare a casa hanno trovato l’ispirazione per comporre nuova musica e per elaborare nuovi progetti. Fondamentale, relativamente a “Humanitarian Contexts Live”, l’incontro con il professor Giovanni Iacomini, docente di economia nel carcere di Rebibbia a Roma. “Era sicuramente un mio desiderio, quello di donare un momento di svago alle persone che sono in detenzione. La libertà è un qualcosa di estremamente importante per qualsiasi essere umano. Ho pensato che potesse essere bello regalare loro un’ora e mezzo di relax. Cercare di dare un pochino di sollievo a chi si trova in carcere, ecco. E’ mia intenzione suonare anche per i ragazzi con sindrome di down. Con loro ho sempre avuto un’alchimia particolare, si crea un feeling unico, speciale”.
“Vorrei mandare un messaggio di speranza e amicizia. Sono due categorie, quelle cui mi riferisco, che spesso sono messe in ombra nella società e a volte sono penalizzate, su cui inoltre gravano troppi pregiudizi e luoghi comuni. Non so ancora quale sarà la line up che mi accompagnerà in quest’avventura che toccherà certamente anche la Marsica e l’Abruzzo. Il concerto che farò non sarà squisitamente jazz, ma tratterà anche brani pop arrangiati con una nuova veste. Vorrei permettere a tutti loro di cantare, di divertirsi, di sentirsi coinvolti. Voglio regalare emozioni con la mia musica”, dichiara Roberto De Carolis.