Gli ultimi ad essere ricevuti in sede di consultazioni saranno i Cinque Stelle. Accadrà sabato, al termine del primo giro di giostra. Entro allora Mario Draghi avrà conferito con tutti leader politici e le carte saranno scoperte.
Rispetto a due giorni fa il ventaglio dei consensi si è ampliato. La novità più evidente è la mano (mezza) tesa dalla Lega. Resta ferma, al contrario, la posizione scettica di Fratelli d’Italia. La destra di fatto si divide. Forza Italia ribadisce la stima nella figura di Mario Draghi e la fiducia nella previsione di una squadra di governo cucita su misura attorno all’ex Presidente della Banca Centrale Europea.
Sul Colle si respira un prudente ottimismo. Le aperture arrivate dalle forze parlamentari fanno presagire una larga maggioranza, conditio sine qua non venuta a mancare al governo Conte.
Leggi anche: L’effetto Draghi domina i mercati: fa calare lo spread e rilancia Piazza Affari
E proprio l’ormai ex Premier ha rotto il silenzio e si è concesso alla stampa nazionale nella giornata di ieri. La prima uscita dell’uomo delle istituzioni, dopo la fine anticipata del mandato, ha voluto essere rigorosamente non-istituzionale. Da Piazza Colonna, con attenzione di tutti a tagliare dall’inquadratura il profilo di Palazzo Chigi, l’ex Presidente del Consiglio ha aperto alla chiamata di Draghi e si è messo a disposizione per un sostegno costruttivo. “Non sono un ostacolo”. Del resto non ci saremmo aspettati nulla di diverso. Il “professore” a suo tempo ha chiesto uno sforzo alle parti politiche per il bene del Paese. Oggi deve segnare la via.
Domani sarà la volta di Forza Italia. Berlusconi ha già disteso le aspettative. “È una personalità di alto profilo istituzionale, può tentare di realizzare l’unità sostanziale delle migliori energie del Paese”. Non era un mistero la credibilità di Draghi agli occhi del Cavaliere. Quel che emerge dall’agenda delle consultazioni è che la triade di destra scinderà le forze.
Si andrà a colloquio col presidente incaricato singolarmente. E se FI è decisa a sostenere Draghi, Fratelli d’Italia non intende accogliere con favore questa soluzione. «Il mio no – ha ribadito Giorgia Meloni – non è un no alla figura di Mario Draghi. Io non sono d’accordo sul metodo e sulla scelta del presidente della Repubblica che, secondo me, avrebbe dovuto sciogliere le Camere».