E’ emerso pochi giorni fa un appello congiunto a firma delle sedi dislocate di ENPA, l’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali, in merito alla tutela dei ricci.
Questo straordinario esemplare animale è ad oggi a rischio estinzione. Spesso l’uomo è la causa delle tante morti sulle carreggiate stradali, degli incidenti causati dai mezzi utilizzati nel giardinaggio, dei roghi accesi per bruciare foglie secche e dei lavori di mantenimento delle fattorie di campagna. Non è però un fenomeno legato esclusivamente alle aree contadine. I ricci vivono anche in territorio urbano, nei piccoli e grandi cortili di città, nelle zone verdi comunali, nei giardini privati. “Le aree verdi devono essere preservate“, questo l’appello dell’ENPA ai cittadini e agli enti predisposti alla cura delle isole urbane.

La difficoltà nella conservazione e nella cura di questa particolare specie animale risiede nella penuria di strutture specializzate o scarsamente attrezzate. I ricci sono animali notturni, in letargo da ottobre ad aprile. Ecco allora che l’incontro con un riccio in pieno giorno è sintomo di allarme, soprattutto se inferiore ai 500 grammi, cioè più piccolo di un melone. Lo stesso ENPA lamenta uno scarso sostegno a tema. “Ben poco viene fatto per aiutare questi animali da parte dello Stato, i fondi a disposizione sono davvero minimi”. Nonostante ciò, i centri territoriali si mettono a disposizione per le pratiche di soccorso. E’ importante capire che i ricci in difficoltà non sono necessariamente quelli vittime di incidenti. Vi sono esemplari colpiti da malattie parassitarie, altri rimasti orfani in età di allattamento, che necessitano di cure “materne”.
Come comportarsi in caso di incontro diurno con un riccio
L’appello è rivolto a chiunque venisse a contatto con un riccio in difficoltà, o in ragione della vicinanza ad una strada altamente trafficata o perché ferito. E’ un gesto semplice ma al tempo stesso di grande importanza riuscire ad affidare all’amore delle strutture specializzate un animale a rischio incolumità. Una volta provveduto alle cure e rimesso in sesto l’esemplare, questo viene reintegrato in natura. Il processo di ambientamento selvatico deve però seguire degli step specifici, graduali: sarà dunque liberato definitivamente solo dopo essere stato riabilitato in un contesto verde controllato. Vi è però il caso particolare e sfortunato di ricci disabili, incapaci di sopravvivere in autonomia. A quel punto il Centro accompagnerà l’animale a casa di una famiglia “affidataria”, vale a dire un nucleo volontario che si renda disponibile ad accoglierlo e a provvedervi con costanza.

Come nutrire un riccio in difficoltà
L’ENPA detta specifiche linee di comportamento in materia di soccorso, soprattutto per quanto concerne la nutrizione di questo animale. Croccantini e mangime per gatti. E per nessuna ragione dare latte di mucca ai ricci. Non hanno la possibilità di digerirlo, per cui in caso di inserimento, andrebbero incontro a morte certa.