Se, come in molti sostengono, il 2020 è stato un anno di transizione per via della pandemia e delle tante, troppe incertezze connesse al presente e al futuro, il 2021 dovrà essere quello del riscatto. Per i giovani, però, è probabilmente più in salita del solito o, per lo meno, degli anni precedenti. Relativamente al loro rapporto con il mondo dell’istruzione, l’anno che si è aperto ha seguito la scia di quello che si è chiuso, portando avanti la didattica a distanza e limitando allo stretto indispensabile (ove concesso dal colore della Regione di appartenenza) le interconnessioni sociali tra studenti, sempre più costretti a utilizzare pc e tablet per proseguire il percorso scolastico.
La scuola alternativa lascia però numerosi strascichi proprio sull’apprendimento dei ragazzi. Secondo diversi studi e diverse analisi portate avanti da esperti del settore, le competenze degli alunni sono in calo. Lo studio delle lingue, sempre più indispensabile nell’evoluzione del mercato del lavoro e della società internazionale, è in preoccupante flessione. Così come l’utilizzo dell’hi-tech. Non tutte le famiglie, infatti, hanno avuto o hanno tutt’ora a disposizione la giusta e moderna attrezzatura per la didattica a distanza. La conseguenza, ovvia, è quella di un’inefficiente lezione da casa. I dati sono più accentuati al sud.
Leggi anche: Marsicani all’estero: il caffè espresso di Fabrizio, in Erasmus a Madrid
Preoccupa, chiaramente, la disoccupazione dei giovani. L’Istat, nel dicembre scorso, ha specificato come questa sia ferma al 29.7%. La fascia più colpita è quella che va dai 25 ai 35 anni. Punti percentuale in ribasso per ogni fascia d’età. Pesa, chiaramente, il lockdown, il ritorno alla normalità dopo una primavera trascorsa con le saracinesche abbassate e una condizione instabile creatasi da settembre e che perdura al tutt’oggi. Dal Recovery Plan ci si aspetta una grossa mano, ma il governo – qualunque esso sarà – dovrà fare ben più di un semplice piano di rilancio.
Foto: BlogSicilia
Leggi anche: Covid, in esclusiva il Primario Marinangeli: “Preoccupano le varianti, non c’è buonsenso”