Le firme di sostegno alla presentazione della candidatura avevano largamente anticipato l’esito delle elezioni. Le componenti schierate di Lega Serie A, Lega Serie B, Lega Pro, AIC e AIAC e neutrale l’AIA conferiscono alla figura di Gabriele Gravina il 73% dei consensi contro l’alter ego alla presidenza della Federcalcio, Cosimo Sibilia.
Nella giornata di ieri l’abruzzese ex e neo presidente della FIGC strappa la concessione del nuovo mandato fino al 2024 e inaugura il Gravina Bis all’insegna della “ripresa”, intesa in ogni sua accezione.
Un programma ambizioso, depositato negli appositi uffici federali sotto il nome “La partita per il futuro”. Nell’intervista rilasciata alla redazione di AZ Informa la scorsa settimana ci aveva spiegato che il largo consenso riscontrato “rappresenta un orgoglio, ma soprattutto una grande responsabilità. L’apprezzamento per il lavoro svolto lo hanno attestato le componenti sottoscrivendo la mia candidatura, eppure anche chi non lo ha fatto può contare oggi su una Federazione più forte, apprezzata e autorevole”.

La rielezione vale la seconda opportunità dopo l’elezione del 22 ottobre 2018. Gravina guiderà quindi la FIGC fino al 2024. “Non ci potevamo fermare e non ci fermeremo, non ci siamo tirati indietro facendo sacrifici. Il cammino sarà difficile, complesso e non senza tensioni. Ma ora è tempo di indossare gli scarpini e iniziare a giocare, sento già il fischio dell’arbitro”.
Nel suo discorso da presidente appena eletto, Gravina ha voluto fare accenno a quelli che saranno i capisaldi del prossimo triennio, a cominciare dalla sfida alla riapertura degli stadi in occasione del prossimo Europeo di calcio, che vedrà quattro gare disputarsi a Roma, fino alla riforma dei campionati dilettanti.
“La battaglia più difficile – ha sottolineato Gravina – sarà la riforma dei campionati: valuterò se ci sono le posizioni politiche per affrontarla nel Consiglio federale, ma potrebbe esserci uno strumento ancora più democratico, un’assemblea generale. Di sicuro il progetto di riforma non è più rinviabile. Intanto dobbiamo subito attivarci per i bandi per il rinnovo degli organi di giustizia sportiva che scadono il 30 giugno; poi dobbiamo rivedere tutti i regolamenti elettorali. E ancora dobbiamo lavorare in tempi rapidi per la convocazione dell’assemblea straordinaria, in cui dobbiamo rivedere i pesi elettorali”.
“Ho sempre sostenuto che si possa fare, sono contento che oggi anche il vice segretario generale della UEFA Giorgio Marchetti abbia voluto ribadire questo nostro desiderio e la determinazione nel difendere l’Europeo e il suo format con il quale si è presentato a tutte le federazioni europee. Siamo convinti che ci siano tutti i presupposti per far sì che il 5-6 aprile con la UEFA ci possa essere la definitiva decisione: non se si possa svolgere così come concepito, ma che ci possano essere anche i principali fruitori che sono i tifosi. Se l’evoluzione delle vaccinazioni ci consentirà di stare più tranquilli”.