Avezzano – Da questa mattina alle 8:00, le strade, le piazze e i bar di Avezzano sono stati invasi da decine e decine di studenti che hanno deciso di scioperare, saltando l’intera giornata di scuola per partecipare alla nuova manifestazione di protesta contro la chiusura del Tribunale di Avezzano.
Come noto, il presidio di legalità avezzanese, al pari di quello di Sulmona, Vasto e Lanciano, è stato chiuso dal Governo Monti con una legge emanata 10 anni fa, nel 2012.
Durante questi 10 anni si sono succedute senza tregua manifestazioni, riunioni, convegni, incontri con Ministri e parlamentari e persino delibere consiliari dei Comuni marsicani che su invito dell’allora Amministrazione De Angelis sottoscrissero l’impegno a farsi carico di parte dei costi del Tribunale di Avezzano, pur di salvarlo.
Fino ad arrivare ad un altro atto concreto: la proposta di legge della Regione Abruzzo, sottoscritta dal Governo Marsilio che deferirebbe alla Regione i costi amministrativi dei presidi abruzzesi.
Tutte queste iniziative sono riuscite a prorogare la chiusura che, inizialmente prevista per il 2014, è stata più volte rinviata, fino ad arrivare all’ultima data certa: il 31 dicembre 2023.
Ma mai come in questa occasione si è cercato di sollevare una tale attenzione sulla questione, arrivando a coinvolgere le scolaresche in una manifestazione di piazza di cui forse sanno e comprendono molto meno di quanto avrebbero potuto sapere se fossero stati precedentemente coinvolti e informati, magari con convegni o incontri a loro riservati.
Deve essere stata di questo avviso la Dirigente scolastica del Liceo Scientifico di Avezzano che ha negato agli studenti l’autorizzazione a scioperare per partecipare alla manifestazione.
Sono stati mai coinvolti gli studenti in dibattiti e convegni formativi sulla questione della chiusura dei Tribunali minori?
Sono stati mai organizzati incontri riservati ai ragazzi con esponenti politici o con del Foro avezzanese in grado di illustrare le motivazioni della legge sulla chiusura e le sue conseguenze?
Già in molti si sono chiesti perché sollevare adesso un tale clamore, arrivando a coinvolgere per la prima volta in questi 10 anni associazioni cittadine, culturali, sportive e persino le scuole e se questo fosse davvero il momento migliore per richiamare l’attenzione del Governo – l’unico in grado di abrogare la legge di chiusura – visto che un Governo ancora non c’è e, che in questo momento di transizione, la politica è dunque ovviamente distratta e lontana dai problemi del territorio.
I senatori Liris e Sigismondi hanno infatti fatto sapere che incontreranno il nuovo Ministro della Giustizia non appena verrà nominato, mentre il presidente Marsilio ha già inviato al presidente del Senato una lettera per riconfermare la proposta di legge regionale.
Certamente, vedere folle di ragazzi a spasso per la città, mentre gironzolano dalle 8 di mattina nelle loro macchinette o a piedi, spostandosi di bar in bar senza sapere cosa fare, probabilmente molto poco informati sul valore e il significato della manifestazione cui forse parteciperanno, ha generato molte perplessità.