VALLE MAJELAMA (AQ). Non è cambiato nulla, non è successo nulla che ognuno di noi già non sapesse, nulla di diverso da quello contro cui ognuno di noi aveva combattuto e pregato.
Eppure, la notizia del ritrovamento dei corpi di Valeria, Gianmarco, Tonino e Gianmauro ha colpito tutti profondamente.
Ci ha travolti, frastornati, ci ha addirittura quasi stupiti, rinnovando un dolore che in tutti questi, lunghissimi, 28 giorni non si è mai placato.
E’ finita l’attesa, è arrivata l’unica notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire, che tutti rifiutiamo di ascoltare, di accettare.
È il giorno del silenzio, dell’incredulità.
E’ il giorno del dolore, che qui non finisce ma qui inizia.
Il Velino ci ha finalmente restituito i corpi dei 4 amici e lo ha fatto in un giorno qualunque, senza avvisare.
Dopo giorni e giorni di instancabili ricerche, li ha svelati quando ha deciso di farlo, quasi a voler rimarcare la distanza profonda e incolmabile tra l’uomo e la natura.
E ci sembra di avvertire forte il senso di angoscia e di impotenza di chi li ha trovati.
Di chi non ha mai smesso di cercarli e che oggi, stravolto da fatica e strazio, sente su di sé tutto il peso degli umani limiti davanti alla furia degli eventi.
Insieme a un senso di tormentata pace per essere riusciti, dopo giorni passati a scavare lottando contro il freddo e l’angoscia, a restituire quei figli a quei padri e a quelle madri, che solo adesso potranno iniziare a lasciarli andare.
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Oggi siamo stati all’improvviso investiti da quel silenzio implacabile che avvolge solo le montagne e ci sembra di scorgere il Velino in qualunque parte della nostra città volgiamo lo sguardo.
Ci sembra più bianco, più alto, più vicino e infinitamente più lontano.
E di non averlo mai visto così pieno di neve.
E di non essere in grado di riuscire mai più a guardarlo con gli occhi di prima.