Collarmele. Torna il Festival dei giovani dell’Appennino a Collarmele. Il prossimo 6 agosto, a piazza dell’Orologio, si svolgerà la seconda edizione dell’ambizioso evento patrocinato dal Comune di Collarmele, dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dal Parco Naturale Regionale Sirente Velino, dall’associazione Borghi Autentici d’Italia e dal CSV Abruzzo. Verranno accolte delegazioni provenienti da tutto l’Appennino abruzzese e non solo, con l’obiettivo di mettere a sistema idee e progetti per lo sviluppo territoriale e la lotta allo spopolamento dei centri minori.
Le aree interne della nostra regione combattono da anni contro questo fenomeno, tentando di invertire l’inerzia di un quadro interno a talune zone realmente preoccupante. La bellezza e la fragilità dell’Abruzzo sta anche in questo, però, cioè nei suoi borghi e nelle sue contrade, nelle piccole frazioni e nelle località di montagna e collina che rappresentano un unicum all’interno dei propri confini.
“Il Festival dei giovani dell’Appennino è nato per dare voce a coloro che più facilmente abbandonano i territori, cioè i ragazzi. Va via il giovane, la cui assenza impoverisce il territorio. Si tratta di una difficoltà sempre più evidente, e questo evento vuole dare uno spunto, un’idea, per restare o per tornare, ed è indirizzato a una fascia giovanile. La prima edizione è stata una scommessa, non sapevamo cosa sarebbe venuto fuori”, spiega il sindaco Antonio Mostacci.
Gli interventi dei paesi partecipanti, accompagnati dalle rispettive delegazioni giovanili, saranno intervallati da intermezzi artistici che spazieranno dalla musica al teatro. Vi saranno stand letterari, artigianali ed enogastronomici a fare da sfondo a una manifestazione ambiziosa che mira a crescere negli anni, sempre nell’obiettivo di ritagliarsi una fetta di pubblico fidelizzato. Ancora da definire la scaletta degli ospiti.
Come specifica l’organizzazione dell’evento, i paesi che hanno manifestato la volontà di partecipare alla seconda edizione del festival, lo hanno fatto avendo ben chiaro che prenderne parte vuol dire stringersi attorno a qualcosa di più grande, oltre l’arco temporale della rassegna. Il festival, infatti, non intende proporsi come un evento puramente estivo e circostanziato alla singola giornata. È il frutto di idee e azioni che ne abbracciano altre, condivisibili dalle aree interne di tutta Italia.
“In questi anni un’attenzione, da parte della politica, c’è stata. Ma bisogna calarla nella realtà dei vari territori che hanno caratteristiche differenti a seconda dei quali si parli. Bisogna prima di tutto rivedere il concetto di ‘aree interne’. Si deve sviluppare la digitalizzazione e investire nella progettazione e nei servizi. Si va via dai paesi è perché non ci sono le possibilità di crescita da un punto di vista lavorativo e professionale, si deve dunque provare a invertire il trend o comunque intervenire con defiscalizzazione e nell’incentivo agli investimenti. Si può certamente fare di più perché tutelare le aree interne vuol dire tutelare il territorio“.
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