GABRIELE GRAVINA GIOCA “LA PARTITA DEL FUTURO”
Che una partita possa valere più di tre punti, dipende dal contesto della partita in sé. Le finali, ad esempio, valgono una stagione, i sacrifici di dieci, venti, cento anime, la gloria di una tifoseria, la ricompensa per il lavoro, per la fatica. Se c’è in gioco il futuro allora il discorso cambia. Non è più il premio per ciò che è stato. E’ un domani lecito, un’aspettativa reale. Giocare per il futuro significa programmare uno scenario esclusivo, forte, coraggioso, ambizioso. E poi renderlo reale.
‘La partita del futuro’ non è solo il titolo del mio programma, piuttosto un impegno nel delineare il calcio del domani, che non può prescindere dal dare finalmente un significato concreto alla parola sostenibilità”. Lo ha spiegato alla redazione di AZ Informa Gabriele Gravina, ricandidato alla presidenza della Federcalcio.
L’ANNUNCIATO, LARGO CONSENSO DELLE COMPONENTI SPORTIVE
Il programma ambizioso è stato consegnato agli appositi uffici federali, forte delle firme di ben cinque componenti di settore. Alle prossime elezioni del 22 febbraio, che lo vedranno sfidare Cosimo Sibilia, massimo dirigente della Lega Dilettanti, Gravina potrà contare sul sostegno già acclamato di Lega A, Lega B, Lega Pro, Aic e Aiac, il cui peso in quote percentuali è pari al 64 per cento del corpo elettorale. Mancano al conteggio la LND e la classe arbitrale (che ai sensi dello statuto vigente non può sottoscrivere candidature).
“Il largo consenso che ho riscontrato rappresenta un orgoglio, ma soprattutto una grande responsabilità. L’apprezzamento per il lavoro svolto lo hanno attestato le componenti sottoscrivendo la mia candidatura, eppure anche chi non lo ha fatto può contare oggi su una Federazione più forte, apprezzata e autorevole che non ha esitato un minuto nel mettere a disposizione del sistema oltre 30 milioni di euro per salvare il calcio”.
La Federazione rappresenta il volto istituzionale del calcio, eppure le dinamiche intrecciate in seno alla struttura sono simili ai rapporti di confronto sociale. La governance acquisisce consensi e dissensi in maniera proporzionale all’impegno profuso e agli investimenti in termini di progettualità e di risorse. E per un lavoro di questo tipo, di forte rimando politico, emergono le ragioni di parte e si alimenta lo scontro.
“Anche se è durato solo metà del tempo – ha proseguito Gabriele Gravina – il primo mandato mi è servito a capire di chi mi posso fidare veramente. Il rammarico, infatti, è aver riposto fiducia in alcuni dirigenti poco inclini alla logica di sistema. Per accompagnare il calcio nel futuro non abbiamo bisogno di vecchi schemi e di logore dinamiche finalizzate solo alla conquista di un incarico in più”.
I PASSI IN AVANTI DEL CALCIO FEMMINILE DELLA DIVISIONE PARALIMPICA
Al di là dei manifesti di gestione, il biennio “Gravina” resterà l’espressione delle “minoranze“. E non perché siano tali, bensì per le differenti tutele sportive in termini di certificazioni contrattuali e istituzionali. Calcio femminile e paralimpico hanno vissuto nuova enfasi, che ha trovato riscontro in apprezzamento nazional popolare alimentato da uno speciale coinvolgimento della Federazione, prima ancora che dalla bontà del progetto sportivo.
“Sono molto soddisfatto di quello che abbiamo realizzato in questo mandato. Nel primo anno abbiamo riorganizzato e modernizzato la Giustizia sportiva endofederale, migliorato il sistema dei controlli e inasprito le norme per salvaguardare la regolarità dei campionati, abbiamo riacceso l’entusiasmo attorno alla maglia azzurra e investito nel calcio femminile, abbiamo creato la Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale (prima Federazione al mondo ad occuparsi di calcio per disabili) e la FIGC ha riacquisito centralità istituzionale”.
IL PESO DEL COVID SULLA PIRAMIDE DEL POTERE
Un’ultima considerazione è necessariamente in chave “emergenza”. Gli ultimi dodici mesi hanno compromesso il programma di mandato federale e riscritto le priorità di intervento.
“Durante il secondo anno, contrassegnato dalla pandemia, abbiamo disposto della credibilità necessaria per impedire l’implosione del sistema. L’interlocuzione con il Governo e il lavoro di sostegno ai Club hanno consentito al calcio di mostrare il suo volto più responsabile in un momento di crisi profonda. Il nuovo governo federale dovrà vincere ‘La partita del futuro’, e il tema centrale sarà proprio la sostenibilità. Non solo intesa nella sua dimensione economica. Nella mia idea di calcio, infatti, serve una nuova progettualità che realizzi la sostenibilità attraverso una ridistribuzione più equa delle risorse, il miglioramento complessivo del prodotto e una nuova organizzazione del sistema in grado di ridefinire gli ambiti del professionismo e del dilettantismo. Solo in questa maniera – ha concluso Gravina – la riforma delle competizioni può avere successo, e comunque deve essere qualitativa prima ancora che quantitativa”.