La pandemia fa crollare anche il mercato delle cerimonie, soprattutto dei matrimoni. E’ quanto emerge da un recentissimo report dell‘Istat che ad una analisi provvisoria del primo semestre del 2020 ha rilevato che il lockdown ha messo in crisi matrimoni ma anche unioni civili, separazioni e divorzi.
Situazione diversa e più critica per il secondo trimestre dell’anno in cui le restrizioni avrebbero fatto diminuire le celebrazioni sia in Chiesa sia in Comune, con un 80% di coppie in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 che ha deciso di sposarsi. Calo del 60% anche per unioni civili, separazioni e divorzi.
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Nel 2019, invece, si evince che sono stati celebrati in Italia 184.088 matrimoni, 11.690 in meno rispetto al 2018 (-6,0%). Il calo riguarda soprattutto i primi matrimoni. Scendono anche le seconde nozze o successive (-2,5%) ma aumenta la loro incidenza sul totale: ogni 5 celebrazioni almeno uno sposo è alle seconde nozze. I divorzi diminuiscono leggermente (85.349, -13,9% rispetto al 2016, anno di massimo relativo) dopo il boom dovuto agli effetti delle norme introdotte nel 2014 e nel 2015 che hanno semplificato e velocizzato le procedure. Pressoché stabili le separazioni (97.474).
La crisi del settore ha creato disagi a circa un milione di lavoratori, fra diretti ed indotto. A dirlo l’Unione europea delle cooperative (Uecoop) che ha sottolineato il verificarsi di un crollo vertiginoso del fatturato di operatori dalla ristorazione alla fotografia, dai trasporti al florovivaismo, dai viaggi all’abbigliamento, dall’immobiliare fino alla vigilanza privata.
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