L’Aquila. È morto questa mattina, intorno alle 6, nella sua casa all’Aquila lo storico e studioso aquilano Raffaele Colapietra. Portano la firma numerosi saggi di storia sociale e sulle classi dirigenti del Mezzogiorno in età moderna e contemporanea, occupandosi, in particolare, della Napoli vicereale, di Masaniello, della transumanza, nonché dei partiti politici italiani fra XIX e XX secolo.
La sua opera principale, tuttavia, consiste in una corposa biografia politica di Benedetto Croce uscita, in due volumi, tra il 1969 e il 1971. Era nato nel capoluogo nel 1931 ed è stato docente di storia moderna presso l’Università di Salerno, dove ha insegnato fino al 1990. All’Abruzzo, e alla sua città natale, ha dedicato diverse pubblicazioni, oltre a numerosi articoli pubblicati in particolare sulla “Rivista Abruzzese”.
È stato insignito dall’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” dell’Ordine della Minerva. Grazie al documentario ‘Draquila’ di Sabina Guzzanti, in cui compare, ebbe risalto la sua scelta, da unico aquilano nel centro storico, di volere continuare ad abitare nella propria casa gravemente lesionata dal sisma del 2009, per il desiderio di non abbandonare né i propri gatti né i propri libri.
“Feci qualcosa che mi sentivo – si trovò a commentare in un’intervista per i 90 anni -. Peraltro la mia casa era danneggiata, ma non distrutta. Avevo tutta la possibilità di restare. E invece, purtroppo, ho visto moltissimi miei concittadini abbandonare L’Aquila per non farvi ritorno, se non dopo mesi, anni a volte. Qualcuno ha lasciato la città per sempre. Questa città, in qualche modo, è stata tradita. Quella del terremoto è stata una pagina particolare. Una narrazione a servizio di chi era a capo dell’allora governo”.
Tra i primi messaggi, quello dell’ex sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, “Una notizia tristissima – scrive Cialente – Perdiamo un grande intellettuale, libero e coraggioso. Interlocutore spesso critico ma utilissimo per chi volesse veramente capire le nostre comunità. L’ho profondamente stimato”.
Il cordoglio del senatore Guido Liris: “Se ne va un pezzo di storia dell’Aquila e un custode della storia stessa della città, un personaggio spigoloso che non ha mai risparmiato critiche alla sua stessa comunità, a partire dalla classe dirigente. L’Aquila perde un suo illustre cittadino, patrimonio di saperi che non si è mai sottratto di condividere soprattutto con le nuove generazioni a cui trasmetteva, in ogni occasione e fino all’ultimo, tutte le conoscenze acquisite in una vita sui libri”.
Il cordoglio di Stefania Pezzopane: “Ci ha lasciati un enorme uomo, storico e padre nobile, strenuo difensore dell’Aquila, il professor Raffaele Colapietra. Oltre al dolore personale, perché ero a lui molto affezionata, ho la consapevolezza che muore una persona irripetibile, impossibile da emulare, unico in tutto. Un padre nobile della città. La prima volta che l’ho visto era ai miei esami di Stato, al Liceo classico Domenico Cotugno, membro esterno di prove di maturità davvero ardue”.
“Ne ero terrorizzata, tutti propagandavano la severità del prof Colapietra ed anche il suo burbero carattere. Fu severo e molto esigente, vado sempre assai fiera del mio voto alto in quella prova, perché la feci con lui, con domande non scontate ed accomodanti. Dopo di allora, mi è capitato tante volte di partecipare a convegni ed iniziative con lui. La sua competenza, il suo insegnamento sono baluardi. Ma soprattutto dopo il 6 aprile è diventato un simbolo, con il suo modo trasgressivo di vivere l’emergenza in casa sua, circondato dai gatti, forte e strenuo difensore della città, della sua storia, di una sua nuova prospettiva legata al patrimonio storico inestimabile e non conosciuto. Ci ha aiutati nel difendere la città da predoni di ogni tipo. Mi faceva piacere leggerlo ed ascoltarlo, la sua severità non mi spaventava, anzi, la cercavo, per liberarmi da certa ipocrisia che a volte riempie i confronti ed i dibattiti. Ricordo una sua bella intervista in cui spese parole belle per me. Le conservo come tesori”.
“Grazie prof, per quello che mi hai dato, per il messaggio eterno che hai rivolto all’Aquila, di cui conoscevi ogni pietra, ogni angolo, ogni luce. Ed ogni ombra.