L’Aquila. È morto Matteo Messina Denaro, aveva 61 anni. Il boss della mafia siciliana, ultimo esponente di spicco di Cosa Nostra, si è spento all’ospedale San Salvatore dell’Aquila dove era ricoverato dall’8 agosto a seguito dell’aggravarsi del tumore al colon. Negli ultimi giorni le sue condizioni di salute erano precipitate fino alla sospensione dell’alimentazione e al coma irreversibile. Aveva chiesto ai medici di non subire l’accanimento terapeutico. Nelle ultime ore anche la figlia Lorenza Alagna – che ha chiesto di prendere il cognome del padre – si è recata al capezzale dell’uomo, ma quest’ultimo avrebbe preferito non farsi vedere malato e sofferente.
Conosciuto anche come “U Siccu” e “Diabolik“, era stato arrestato lo scorso 16 gennaio gennaio mentre si recava in una clinica privata di Palermo per fare delle analisi. Uomo di fiducia di Totò Riina, tra gli attori principali delle stragi del biennio 1992/1993, era rimasto latitante per trent’anni fino alla cattura. Famoso l’audio che ha fatto il giro del mondo dopo l’arresto nel quale affermava, all’esplicita domanda su chi egli fosse, “sono Matteo Messina Denaro”. Non si è mai pentito delle sue azioni e, anche dopo le manette e la fine della fuga, ha deciso di non collaborare mai.
Di fronte al procuratore Palermo Maurizio De Lucia affermò, con aria arrogante e strafottente, che se non fosse stato malato e costretto a recarsi in clinica per le cure, lo Stato non lo avrebbe mai preso. Con lui sono morti numerosi segreti attinenti a una delle pagine più dolorose degli ultimi decenni della storia italiana.