Avezzano – Sembra proprio non trovare fine l’affannosa ricerca dell’identità perduta della città di Avezzano.
E dire che l’amministrazione comunale a guida Di Pangrazio le ha tentate davvero tutte per capire come risollevare le sorti della città di Avezzano…
Dalla tanto fantasiosa quanto inconsistente idea della “Città della Patata” – associazione finita ancor prima di cominciare, procurando alla città una bella figuraccia e il biasimo di Confagricoltura (leggi qui) – alle richieste di aiuto agli imprenditori avezzanesi con audizioni degli assessori Ruscio e Colizza, pure conclusi in un nulla di fatto.
Dopo due anni e mezzo, dunque, l’amministrazione vaga ancora smarrita in cerca dell’identità di Avezzano che sembrerebbe essere stata perduta, almeno a giudicare dai continui comunicati stampa del Comune sulla ricerca di soluzioni per le crisi identitarie della città.
Stavolta si è rivolta ad un antropologo, Ernesto Di Renzo, che ha riunito in Comune associazioni di ogni tipo: commercianti, artigiani, imprenditori, agricoltori, costruttori, sindaci, assessori e chi più ne ha più ne metta.
E a distanza di un mese dal primo incontro, dopo ragionamenti e ricerche, l’antropologo sembrerebbe aver finalmente trovato la soluzione: la vera vocazione del territorio avezzanese e marsicano è… l’agroalimentare!
In arrivo dunque un “mega-evento” enogastronomico che “riprenda e rilanci la tradizione agroalimentare” per “far compiere un vero salto di qualità alla capacità attrattiva della marsica e sviluppare un autentico sentimento di appartenenza”.
Tutti al lavoro, dunque, per rilanciare Avezzano con un maxi evento di enogastronomia: nella realizzazione del progetto, l’antropologo sarà affiancato dai rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti, CNA, Confindustria, Confagricoltura, IGP Patata del Fucino, tutti i Comuni marsicani e nientemeno che i Costruttori dell’ANCE.
Tutti, tranne l’amministrazione comunale di Avezzano che, come si legge nel comunicato stampa, resta a guardare incaricando Di Renzo e le associazioni di seguire tutta l’organizzazione.
La patata, dunque – che due anni fa era stata individuata come simbolo identitario di Avezzano – è diventata un purè.
Di seguito, l’entusiastica nota stampa pervenuta dal Comune sul maxi evento agroalimentare che rilancerà la città di Avezzano.
COMUNICATO STAMPA
Un Festival diffuso dell’agroalimentare per far compiere un vero salto di qualità alla capacità attrattiva della marsica e sviluppare un autentico sentimento di appartenenza.
È uno dei pilastri di un’ampia strategia di rilancio del turismo e, più in generale, del territorio fucense – marsicano emerso ieri, a palazzo di città, in un incontro organizzato dall’amministrazione comunale e fortemente voluto dalle associazioni di categoria.
Il Prof. Ernesto Di Renzo, antropologo, dell’università di Roma Tor Vergata, ha spiegato il progetto e la filosofia di fondo di una nuova visione che scommette sulle potenzialità, spesso, inespresse, della marsica lavorando su due divari da colmare. Manca un evento vetrina ed è mancato, fino ad ora, un progetto comune e condiviso.
Da qui, l’ampio ragionamento sui trend più attuali, sugli stili di consumo, su ciò che la gente vuole e cerca online.
Poi la proposta: un mega evento – vetrina capace di fungere da fattore promo-attrattivo verso un turismo di tipo enogastronomico- rurale che riprenda e rilanci la tradizione agroalimentare interconnessa con storia, vocazioni produttive, caratteristiche della zona intercettando anche quel green new deal attento alla salute del pianeta e collegato alle nuove tendenze e aspirazioni di consumo.
Ernesto di Renzo, avezzanese di nascita e residente a Roma, insegna proprio progettazione e gestione dei sistemi turistici, ed era stato una sola volta nell’aula consiliare per presentare il suo libro “Lo struscio e le sue rappresentazioni”. Il docente ha puntato inizialmente l’attenzione sull’obiettivo visibilità collegato ad un nuovo e possibile protagonismo del territorio.
“La marsica – ha detto di Renzo – è un “super luogo” che viene vissuto ma non genera appartenenza. Il senso di appartenenza, tuttavia, si può costruire attraverso operazioni di ingegneria culturale e sociale, superando i localismi e puntando sulle località aggregate, come hanno fatto Salento e Cilento.
La marsica ha l’agroalimentare che, letto secondo le prospettive umanistiche, può essere la cifra e la marca costitutiva del territorio.
Per una particolare congiunzione storica, l’agroalimentare è il fattore cruciale per l’incoming turistico.
Sempre più viaggiatori vogliono fare un’esperienza di tipo enogastronomico memorabile cioè da consegnare alla memoria
Una delle parole più cercate su google è “tipico” ma questa operazione non è legata solo allo sviluppo turistico ma a creare un senso del noi”.
Lavorando con cura ed attenzione – ha concluso il prof. Di Renzo – può maturare anche il piacere e l’orgoglio di far parte di un territorio.
Abbiamo casi di successo recenti come l’evento “Collisioni” legato al barolo e alle langhe, o “Rieti cuore piccante” partito in sordina e con un po’ di scetticismo, e diventato una Fiera Mondiale del Peperoncino”.
Salento, Langhe, Cilento: esempi a cui si può guardare per qualcosa di complesso, ambizioso, ma certamente non impossibile e a cui, adesso, guardano con interesse e spirito collaborativo i partecipanti all’incontro in comune.
Tra questi, il sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio – che ha accolto e rilanciato la proposta delle associazioni incaricando Di Renzo del progetto- i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti, Ance, CNA, Confindustria, Confagricoltura, Igp Patata del Fucino e dei comuni di Aielli, Cerchio, Collarmele, Collelongo, Gioia dei Marsi, Lecce dei Marsi, Ortucchio, Pescina, San benedetto, Trasacco, Villavallelonga.
Leggi anche: Edilizia sanitaria: via libera ai nuovi ospedali di Avezzano, Lanciano, Vasto e alla centrale 118 dell’Aquila