L’Aquila. Questa notte, come lo scorso anno, la tradizionale fiaccolata commemorativa che per dieci anni ha accompagnato gli anniversari del sisma del 6 aprile 2009, non si è tenuta. Non vi è stata alcuna sfilata di luci e torce a illuminare le strette vie del centro. Nessun colpo d’occhio coreografico in una città che ancora si lecca le ferite. La ricostruzione non è conclusa, così come la pandemia non è passata. Vigono le normative anticontagio e quindi perdura il divieto di assembramento. A sostituirla sono state le migliaia di luci lasciate fuori alle finestre dei cittadini dell’Aquila e degli altri 56 comuni che quella notte, alle 3.32, subirono la furia del terremoto. Un modo per rendere omaggio alle 309 vittime del terremoto che sconvolse il capoluogo di regione e l’intera provincia. Dodici anni dopo, parallelamente all’anniversario, L’Aquila svela il Parco della memoria che verrà inaugurato non appena sarà possibile allentare le attuali restrizioni. Si passa con facilità da una zona rossa a una arancione e, come le ultime settimane hanno insegnato, anche a quella bicolore. Sfilare in corteo è quanto di più lontano si possa pensare di realizzare, esattamente come manifestazioni, eventi pubblici o alternative elevate a simbolo di rinascita.
Il parco della Memoria è un luogo, uno spazio, un angolo della città che ne racconta la storia, la sofferenza, la rinascita. Varrà da monito e conoscenza per far sì che la tragedia evocata non si ripeta. Perché non vi siano più tragedie annunciate. Perché prima di lanciarsi in raggelanti rassicurazioni si rifletta, si ipotizzi, si prevenga e, soprattutto, si compia il massimo all’alba di un sisma. Perché se è vero che il passato è passato è altrettanto vero, purtroppo, che, passano gli anni ma il presente continua a non migliorare. Per lo meno non con la rapidità con la quale si vorrebbe. E’ stata una fiaccolata collettiva ma virtuale, non in presenza ma ugualmente in presenza, cioè sul web. Non sono mancati messaggio di ricordo da parte delle amministrazioni comunali di tutta Italia, così come delle istituzioni e di tutti coloro che quella notte la ricordano ancora come fosse ieri. Perché dimenticare è impossibile. Un parco della Memoria, dunque, che come il nome suggerisce farà da ponte tra passato, presente e futuro, che possa omaggiare e tenere quotidianamente vivo un accadimento che mai più dovrà ripetersi.
Alle 18 di lunedì 5 aprile, nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, in piazza Duomo, si è svolta la celebrazione liturgica officiata dall’arcivescovo della città dell’Aquila e presidente della Ceam (Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana), cardinale Giuseppe Petrocchi. Durante cerimonia religiosa sono stati letti i nomi delle vittime del sisma. Il sindaco, Pierluigi Biondi, il prefetto, Cinzia Torraco e il cardinale hanno reso omaggio alle lapidi delle vittime del terremoto nella cappella della memoria situata all’interno della chiesa. Alle 21, invece, a Piazza Duomo si è elevato verso il cielo un raggio di luce azionato da un dispositivo a terra. Una luce di speranza, di vita, di rinascita in concomitanza con la Pasqua. Subito dopo sono stati eseguiti 309, interminabili, rintocchi. Tanti quanti le vittime di quella terribile notte.
Una cerimonia social, mandata in diretta sulla pagina Facebook del Comune dell’Aquila e seguita da migliaia di utenti. Chi ha scritto una preghiera, chi ha condiviso una foto, chi un ricordo, chi è rimasto in silenzio a guardare e ascoltare. Il ricordo è più vivo che mai e la ferita è ancora ben lungi dall’essere rimarginata. Ammesso che mai lo sarà. Oggi, 6 aprile, alle 10:30, il sindaco, il prefetto e l’arcivescovo parteciperanno alla cerimonia commemorativa organizzata all’interno della scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza alla presenza del comandante della scuola, il generale di divisione Cristiano Zaccagnini. Alle 12 il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, il presidente del Consiglio comunale, Roberto Tinari, un rappresentante dei Comitati dei familiari delle vittime e il sindaco di Villa Sant’Angelo, Domenico Nardis, in rappresentanza dei Comuni del cratere, si ritroveranno davanti il sito della casa dello studente, in via XX Settembre, per omaggiare e ricordare le 309 vittime. Oggi, all’Aquila, è proclamato il lutto cittadino con l’esposizione a mezz’asta delle bandiere situate sugli edifici delle amministrazioni pubbliche.
Con il provvedimento, come si legge nell’ordinanza sindacale, si invitano “tutti i cittadini e le organizzazioni sociali, culturali e produttive, le altre pubbliche amministrazioni a prendere parte, pur nel rispetto della vigente normativa volta a prevenire e contenere il contagio da covid 19, alle iniziative promosse per la commemorazione del sisma, nonché ad esprimere in forme decise autonomamente la partecipazione al ricordo delle vittime“. Una giornata di lutto, di ricordo e di commemorazione. Una giornata che per l’Aquila, per i 56 comuni coinvolti nel sisma, per tutto l’Abruzzo e per tutti gli abruzzesi non sarà mai come le altre. La Pasqua non ha placato i dolori connessi al lutto e lo stare chiusi in casa, causa disposizioni anticontagio, ha in qualche modo rievocato le ultime ore precedenti alla scossa delle 3.32 di quel 6 aprile 2009. Quando si veniva rassicurati. Immota Manet, si, ma con un pizzico di speranza in più affinché L’Aquila torni a volare.