Abruzzo. Mentre quattro persone sono disperse da giorni sul Monte Velino, mentre un dispiegamento di centinania di soccorsi sta lavorando incessantemente per trovarli sotto metri e metri di neve, mentre quattro famiglie attendono notizie dei loro cari e mentre una comunità, anzi una regione intera, si è unita intorno al dolore di parenti e amici, il web, dà il peggio di sè.
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Da giorni, purtroppo, leggiamo anche commenti imbarazzanti sotto agli articoli dei mezzi di informazione, scritti da persone che si arrogano il diritto di dover necessariamente dire la loro quando si farebbe più bella figura a restare in silenzio, se in disaccordo con quanto sta avvenendo. Non fosse altro per una questione di rispetto e di umana empatia. C’è chi invoca “la zona arancione” dicendo addirittura di lasciarli lì, perchè “in montagna non si può andare”, o chi invece fa leva sulle spese impiegate in questi giorni e sull’ipotesi di addebbitarle alle famiglie. Non sta a noi dare giudizi di merito, ma è fuori discussione che l’umanità ha cambiato volto in questi mesi tanto da spingersi ad accusare i quattro ragazzi che di certo non hanno scelto questo destino.
Certamente questi episodi sono decisamente minori rispetto alle tante e innumerevoli manifestazioni di solidarietà e vicinanza dimostrata nei confronti di Tonino, Valeria, Gianmarco e Gian Mauro, delle loro famiglie e di tutti i soccorritori venuti da ogni parte di Italia che da domenica sono impegnati nelle loro ricerche. Non saranno questi pochi e spiacevoli commenti a scalfire i cuori marsicani e abruzzesi, di un’intera comunità che si è stretta intorno quattro amici. Ma fintanto che ve ne sarà solo uno, sarà necessario sempre condannarlo a gran voce.
Le immagini sono di Il Cencio – Quotidiano lercio d’Abruzzo