AVEZZANO. E’ notizia dei giorni scorsi l’abbattimento del 25% della parte variabile dell’aliquota TARI da parte dell’amministrazione a guida Di Pangrazio per le famiglie con reddito minimo, estesa anche ai percettori del reddito di cittadinanza.
Lo abbiamo raccontato qui pubblicando il comunicato stampa inviato dal Comune.
Sono stati diversi i Comuni che, anche per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia, hanno operato una riduzione della parte variabile dell’aliquota della tassa sui rifiuti.
Il dato interessante è che anche nel 2017 la precedente amministrazione a guida De Angelis aveva operato un netto taglio alla TARI, prevedendo una riduzione del 60% per le famiglie con reddito minimo, a fronte del 25% applicata dall’amministrazione Di Pangrazio, nonchè l’eliminazione totale per 3 anni della aliquota variabile per i nuovi insediamenti produttivi.
Non solo, ma la precedente amministrazione aveva previsto una riduzione della TARI, nella misura del 13,7%, anche per tutte le famiglie avezzanesi, senza distinzione delle fasce di reddito, al fine di “alleggerire i nuclei familiari dalla rilevante pressione fiscale in questo periodo di cirsi economica”, come si legge nella Delibera consiliare nr. 89 del 2017.
Il fatto curioso è che tali riduzioni vennero approvate con il voto contrario dell’opposizione, tra cui anche quello di Di Pangrazio che si oppose quindi alla riduzione del 60% dell’aliquota TARI per le famiglie con reddito minimo e l’eliminazione per le nuove attività produttive, nonchè all’abbattimento previsto per tutte le famiglie avezzanesi.

Viene quindi da chiedersi se il fatto che il primo cittadino abbia cambiato radicalmente idea sulla riduzione delle tasse comunali ai cittadini dipenda da una presa di posizione puramente politica oppure se, riprendendo le parole del consigliere Lanciotti, abbia cambiato idea “perchè solo gli imbecilli non lo fanno”.