Avezzano. C’è un sogno che unisce tutti i giocatori di rugby, indistintamente siano essi professionisti o dilettanti: sfidare gli All Blacks. Il quindici neozelandese, massima espressione della palla ovale di un continente così apparentemente remoto, è capace di rinnovarsi senza pagare lo scotto del ritiro di alcuni tra i più grandi campioni della storia del suddetto sport. Vincitori di tre Coppe del Mondo, talentuosi e spettacolari, pragmatici e sul campo spietati al tal punto da risultare cinici, a tutte le latitudini rappresentano un punto di riferimento per l’intero movimento, considerati metro di paragone superlativo con il quale confrontarsi per ambire a diventare grandi.
Questo sabato la nazionale italiana è scesa in campo contro i “tutti neri” neozelandesi. Gli azzurri, guidati dal neo head coach Kieran Crowley, erano chiamati a una dimostrazione di orgoglio e di rinnovata compattezza dopo gli ultimi anni disastrosi, culminati con il record di sconfitte consecutive al Sei Nazioni. Il nuovo corso si è presentato con diversi giovani, alcune riconferme ma, soprattutto, tanta, tantissima volontà e intenzione di cambiare marcia rispetto al passato. E sul prato dell’Olimpico, finalmente, si è visto. Anche se gli All Blacks sono scesi in campo con una formazione sperimentale, non può che considerarsi positiva la prova dei nostri, specialmente per l’attitudine e l’aggressività messa in campo, entrambi aspetti che si erano dati per perduti da queste parti.
A sfidare i campioni dei campioni c’erano anche due avezzanesi: Giovanbattista Venditti e Carmine Orlandi. Ex giocatore il primo (44 caps in nazionale, una lunga carriera tra Zebre e Newcastle Falcons, anche inserito nel XV ideale della nazionale italiana e volto amatissimo dal pubblico tricolore), attuale team manager della FIR, nutrizionista il secondo (numerose le sue collaborazioni con le nazionali sportive italiane, soprattutto in ambito pugilistico), anche docente e volto noto del panorama sanitario.
Legati non solo dalla terra d’origine ma anche dai colori dell’Avezzano Rugby. Orlandi è attualmente nutrizionista dei gialloneri marsicani, mentre Venditti, che ha i colori cuciti sul cuore, è sia giocatore che figura di project manager per lo sviluppo del club. Inutile sottolinearlo: tra i due c’è grande affinità. “Sono orgoglioso di lavorare con un altro conterraneo”, afferma Carmine Orlandi, “Giamba è in grado di tenere legami con tutti, è infaticabile e instancabile. Ci capiamo subito. In questa fase sto lavorando sulla tempistica. Quando si lavora con una nazionale non si ha il tempo di incidere sulle strutture degli atleti che vengono predisposte nei mesi precedenti quando lavorano prevalentemente nei club. Sono il supervisore di tutti gli aspetti nutrizionali delle nazionali di rugby, ricevo dai colleghi che lavorano nelle franchigie i dati dei ragazzi che vengono poi in nazionale. Vediamo come e se c’è da migliorare”.
“Qui lavoro sui pasti di recupero, come e quando farli in vista delle partite. Il rugby non è solo un discorso atletico ma anche di energia e di ripresa dai traumi. Ci sono diversi aspetti di cui tenere conto. I ragazzi sono ricettivi ed è stimolante lavorare con loro. C’è grandissima professionalità, siamo un team integrato, soprattutto con fisioterapisti e medici. Non ultimo, c’è anche una bellissima atmosfera. Si ride e si scherza con grande piacere. Tutto molto bello, la presenza abruzzese è sempre molto forte“, conclude Orlandi.
Giamba Venditti gli All Blacks li ha già incontrati sul campo, ma questa volta è stata diversa. Altro ruolo, stesse responsabilità. “Il gruppo è giovane e lo staff e nuovo. Sono tante le attività che dobbiamo fare, tra team building e riabilitazione dei giocatori, sia dal punto di vista degli infortuni che per il logorio di questa stagione che, per colpa del Covid-19, è stata molto anomala. I ragazzi si stanno comportando alla grande, stanno capendo al meglio quelle che sono le esigenze del nuovo staff tecnico e le consegne e gli obiettivi del nuovo allenatore. E’ importante, però, che gli obiettivi vengano dai ragazzi che scendono in campo”.
Adesso il focus è tutto sui prossimi impegni: Italia – Argentina, e Italia – Uruguay.