Un dato su tutti. Confortante, rivelatore, che ha molto da dire e molto da insegnare. Va chiaramente letto nella maniera giusta. E’ il professor Franco Marinangeli, primario del reparto di Terapia Intensiva del San Salvatore dell’Aquila, a fare la conta dei pazienti ricoverati in rianimazione. Ebbene, nessun occupante nella settimana che desta allarme per l’escalation della quarta ondata.
I contagi, come da previsioni, tornano a registrare numeri importanti, il che è fisiologico alla luce dell’avanzare della stagione autunnale. Ieri in Abruzzo il bilancio dei nuovi positivi ha attestato 114 casi, per un totale di 83882 dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Eppure le conseguenze dell’esposizione al virus sono notevolmente ridotte in virtù dell’effetto dei sieri vaccinali.
“Un anno fa eravamo nei guai seri. – Ha commentato il prof. Marinangeli – Questa settimana contiamo zero pazienti in Terapia Intensiva. Non mi illudo, sia chiaro, ma il paragone è doveroso. I contagi sono in fase di ascesa, anche i vaccinati subiscono i sintomi del contagio, ma non sono gli stessi che avrebbero subìto senza la protezione del siero”.

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Con la risalita della curva dei contagi il Governo imbastisce la nuova campagna vaccinale funzionale alla terza dose. Stando a quanto dichiarato dal ministro Speranza, al momento, la terza dose spetta ai soggetti ad elevata fragilità, al personale sanitario agli ospiti e al personale delle Rsa, a coloro che si sono vaccinati con il monodose Johnson & Johnson e a tutti gli over 60.
“Noi siamo fatti così, quando abbiamo scampato un pericolo pensiamo di essercene liberati per sempre. Non è così purtroppo e bisogna accettarlo. Ci sono dati matematici molto precisi indicatori di come il virus tragga forza da questo suo moto di diffusione planetario. di fronte a ciò noi diventiamo vulnerabili. Non possiamo guardare solo all’Italia, dobbiamo fare i conti con il mondo intero. Se necessario dovremo sottoporci ad una quarta, una quinta dose. Credo che per qualche anno dovremo sottoposti a vaccinazione come accade per l’antinfluenzale. E’ l’unica strada per convivere col Covid. Il virus ha tempistiche diverse nelle varie zone del pianeta, questo non è positivo e non ci aiuta. Fa il giro del mondo e poi ritorna, innescando una sorta di sistema ciclico. Oggi dobbiamo guardare ai paesi dell’est e trarre il giusto insegnamento. La terza dose – conclude Marinangeli – è l’ennesimo passo in avanti, per cui lasciamoci alle spalle ogni scetticismo ed entriamo nell’ottica che sottoporsi al richiamo significa compiere nel modo corretto un trattamento medico”.